Melodrammaticamente sentimentale, la versione romanzata e in bianco e nero della vita del compositore Franz Schubert in Angeli senza paradiso, opera prima di Willi Forst, è un’opera che incarna più che mai lo Zeitgeist romantico dell’Ottocento.
Silhouetten è un’opera particolarmente interessante e raffinata all’interno della filmografia di Reisch e per quanto riguarda anche il cinema austriaco degli anni Trenta. Per l’occasione, il regista si è avvalso della collaborazione di un’altra importante artista: la regista e animatrice tedesca Lotte Reiniger. Musiche coinvolgenti, eleganti costumi da ballo e il Teatro dell’Opera pieno di spettatori entusiasti hanno sul pubblico un effetto magnetico.
Episodio si distingue innanzitutto per una messa in scena particolarmente elegante. Una grazia stilistica che si rivela perfettamente in linea con una storia garbata, ma coraggiosa allo stesso tempo, che lascia immediatamente intuire la lungimiranza dello stesso Walter Reisch. Coppa Volpi per Paula Wessely alla Mostra del Cinema di Venezia 1935.
Se, ancora oggi, quando ci capita di visionare lungometraggi come l’esilarante e raffinato Ninotschka o i sottili e inquietanti Angoscia e Niagara, proviamo le stesse sensazioni che hanno vissuto gli spettatori dell’epoca, è segno del fatto che la scrittura di Walter Reisch – oltre, ovviamente, al talento di chi li ha a suo tempo diretti – è più che mai giovane e attuale.
Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1934, Mascherata ottenne il Premio alla Miglior Sceneggiatura. Pur attenendosi ai canoni dei Wiener Film, con una storia ambientata nel mondo dell’alta borghesia, i fasti, gli sfarzosi costumi e le sue musiche, sia Willi Forst che lo sceneggiatore Walter Reisch hanno voluto dare al tutto un taglio diverso al tutto, puntando il dito contro una società ipocrita e decadente di schnitzleriana memoria.