Il normale a volte può diventare straordinario. Jan Soldat lo sa bene. Le inquadrature sono costantemente statiche ed essenziali. Colori caldi ci fanno sentire immediatamente a nostro agio. After Work è una fotografia nitida e realistica di un giorno come tanti. Alla Viennale 2023.
Ironia, poesia e, soprattutto, grandi classici della storia del cinema a cui il grande Christopher Lee ha preso parte assumono in Faces of Death una nuova forma, che, in soli sette minuti, non smette mai di sorprenderci. Alla Viennale 2023.
Blind Date si distingue immediatamente non soltanto per un approccio estremamente diretto e realistico, ma anche per una sorta di malinconia di fondo, che, insieme a un gradito tocco di ironia, dà vita a un’opera che ci mostra innanzitutto la breve storia di due solitudini. Alla Viennale 2022.
Una serie di cadute dall’alto, ma anche scene splatter, primi piani sul volto insanguinato, urla, urla e ancora urla. Staging Death – ironico, arguto, ma anche incredibilmente riverente nei confronti del grande Udo Kier – rappresenta una tappa fondamentale all’interno della filmografia di Jan Soldat. Al Festival di Cannes 2022, sezione Quinzaine des Réalisateurs.
Nullo è stato girato con pochissimi mezzi e in un’unica location. Nella piccola camera da letto del protagonista ci sono soltanto lui e il regista. E anche in questa occasione, la poetica e lo stile di Jan Soldat sono più che mai riconoscibili. Alla Viennale 2021.
Da sempre cantore di un mondo sconosciuto ai più, del mondo degli emarginati, di chi viene emarginato dalla società, in quanto considerato “diverso”, “perverso”, “malato”, il giovane documentarista tedesco Jan Soldat, in questo suo Resident Ground Floor ci conduce per mano nella quotidianità di Heiko – lasciando che lo stesso si confidi e si mostri così com’è – dimostrandosi distaccato quanto basta, ma anche incredibilmente vicino al suo personaggio.