I like to be in America – cortometraggio d’esordio del regista Houchang Allahyari – non vuole essere nulla di più e nulla di meno: un allegro e frizzante esperimento al fine di poter muovere i primi passi nel mondo del cinema.
Tra i numerosi documentari turistici realizzati nel corso degli anni, particolare attenzione merita Auf Wiedersehen in Salzburg, realizzato nel 1958 e pensato per attirare nella “città dove vivono i sogni” un numero sempre maggiore di turisti.
Nessuno è realmente innocente o del tutto colpevole, in La Rapina. O, meglio ancora, ognuno dei tre personaggi è vittima e carnefice allo stesso tempo. E questo lungometraggio di Florian Flicker si distingue innanzitutto per un buon lavoro di scrittura, grazie al quale momenti di tensione si alternano sapientemente a scene ben più leggere.
Ripensando ai primi film di Karl Köfinger ricordiamo come – di fianco a un copioso uso di inquadrature fisse – si era optato principalmente per dei totali atti a mostrare le realtà rappresentate nel loro insieme. Eppure nel presente Durch die Wachau viene messo in primo piano l’essere umano stesso.
A breve negli Stati Uniti verrà realizzato un remake del fortunato lungometraggio Goodnight Mommy, diretto da Veronika Franz e Severin Fiala nel 2014. I due registi austriaci prenderanno parte alla produzione del film, mentre la regia sarà affidata allo statunitense Matt Sobel. Nel ruolo della protagonista ci sarà la poliedrica Naomi Watts, che già nel 2007 aveva preso parte al remake statunitense di Funny Games di Michael Haneke.
Performer, fotografa, cineasta avanguardista e agguerrita femminista. Malgrado le numerose controversie, malgrado le infinite discussioni a cui la sua arte ha dato adito, al giorno d’oggi, finalmente, l’indubbio valore di VALIE EXPORT è riconosciuto in tutto il mondo.
Narciso e Boccadoro è un film che, malgrado l’indubbia maestria del regista Stefan Ruzowitzky, malgrado il grande impiego di capitali e di un cast di tutto rispetto, malgrado momenti visivamente e simbolicamente potentissimi, risulta nel complesso eccessivamente artefatto, fortemente patinato e pretenzioso.
Se il presente Aufschneider si distingue immediatamente per una scrittura e un approccio registico prettamente televisivi, tutto scorre in modo complessivamente lineare. Ogni singolo evento, ogni singola storia dei personaggi sono in qualche modo collegati tra loro. Spesso e volentieri, però, anche in modo eccessivamente prevedibile.
Il breve documentario Meran, realizzato nel 1912 e prodotto dalla storica Sascha-Film, è considerato al giorno d’oggi uno dei più antichi e preziosi documentari della storia del cinema austriaco.
Ritmi serratissimi, un montaggio impeccabile, un’apparente routine quotidiana che apre il lungometraggio stanno immediatamente a darci l’idea di un film d’azione al cardiopalma, data anche – e soprattutto – la particolare ambientazione scelta dal regista. E, di fatto, di azione in Cops ce n’è quanta ne vogliamo. Eppure, il presente lungometraggio non è solo questo.