Die Weltmaschine è un vero e proprio inno alla vita, alla libertà e all’arte in tutte le sue forme. Erni Mangold si è rivelata la protagonista perfetta, si potrebbe addirittura affermare che il ruolo della protagonista sia stato scritto proprio pensando a lei. Uno dei primi film a cui ha preso parte Christoph Waltz.
Perfettamente in linea con la produzione cinematografica austriaca di quegli anni, Freunde mette in scena un dramma sentimentale, in cui, tuttavia, non viene fatto alcun riferimento alla guerra appena conclusasi. La storia dei tre protagonisti è ambientata negli anni Quaranta, ma potrebbe svolgersi in qualsiasi periodo storico.
In Benny’s Video, la realtà è ciò che vediamo, ma anche ciò che possiamo manipolare a nostro piacimento. Michael Haneke sa benissimo dove direzionare il nostro sguardo, lasciando semplicemente che le immagini parlino da sé e – tramite monitor che fanno quasi da “filtro” – ci mostrino un mondo distorto, un mondo malato.
Decadentismo e modernità trovano in Corsage un ottimo connubio. I costumi e gli eleganti ambienti di Schönbrunn fanno da contrappunto alle musiche pop. Al contempo, Marie Kreutzer ha optato per una messa in scena classica, in modo da far sì che lo spettatore possa concentrarsi esclusivamente sulla sua magnetica protagonista, magistralmente impersonata da Vicky Krieps. Al Festival di Cannes 2022.
Still Life non è assolutamente un film “semplice”. Al contrario, ogni minima sfaccettatura delle personalità dei protagonisti viene ben resa dalla macchina da presa di Sebastian Meise in modo mai retorico o prevedibile. I primi piani sui loro volti, le confessioni, le chiacchierate in macchina o sulla banchina di una stazione, ma anche i gesti estremi conferiscono umanità a ognuno di loro.
Quattro in una Jeep si distingue immediatamente non soltanto per un’ottima sceneggiatura, ma anche per un approccio che ricorda sia i noir francesi che il cinema hollywoodiano di quegli anni, per un’elegante e gradita ironia e per una storia d’amore impossibile. Alla Diagonale’22.
Nonostante una storia accattivante e spunti decisamente interessanti, Above the World si distingue per determinate scelte stilistiche e narrative che gli hanno fatto perdere parecchi punti. Alla Diagonale’22.
Para:Dies è un’opera estremamente raffinata e intelligente. Un lungometraggio che per la sua capacità di indagare nell’animo umano ricorda molto il cinema della Nouvelle Vague, ma che, al contempo, sceglie una forma tutta sua, rivelando una ben marcata personalità. Alla Diagonale’22.
Luzifer si distingue non soltanto per l’ottima gestione degli spazi e delle immagini, ma anche per un profondo simbolismo e per una sottile ambiguità da noi percepita fin dai primi minuti. Alla Diagonale’22.
In Boomerang troviamo tutte le costanti della filmografia di Kurdwin Ayub. Anche qui notiamo un approccio consapevole ed estremamente maturo in una storia giovane che parla di giovani. Una storia leggera e profonda allo stesso tempo. Una storia estremamente personale che attraverso lo sguardo innovativo della regista assume immediatamente connotazioni universali. Alla Diagonale’22.