Fast Film. “Quasi un film”. Così Virgil Widrich ha voluto chiamare questa sua piccola e preziosa opera. E più che una vera e propria dichiarazione d’amore alla storia del cinema e, più in generale, al mondo della settima arte stessa, questo breve cortometraggio sta a rappresentare una delle tante declinazioni che il cinema può assumere, forte di un ricercato lavoro che vede stop motion e computer grafica coesistere in armonia.
In Austria2Australia è un montaggio eccessivamente selettivo – unito a un commento musicale praticamente onnipresente che contribuisce a conferire al tutto un taglio prettamente televisivo – a far perdere all’intero lavoro gran parte della propria verve e del proprio carattere. Malgrado le numerose potenzialità.
Rispecchiando appieno i canoni del prodotto televisivo a buon mercato in cui sin troppo spesso ci si imbatte nell’ambito delle produzioni tedesche, North Face – Una Storia vera – frutto di una coproduzione tra Germania, Austria e Svizzera e diretto dal tedesco Philipp Stölzl, mal sa sfruttare le ghiotte occasioni che gli si presentano (prima fra tutte, la stessa scalata intrapresa dai quattro protagonisti), rendendo il tutto eccessivamente piatto e privo di ritmo.
In pochi sapranno che uno dei periodi di maggior fioritura della cinematografia austriaca sono proprio gli anni Venti. In questo periodo, infatti, in Italia e in Austria venivano prodotti principalmente film a carattere biblico o epico. Questo è il caso (volendo restare all’interno dei confini austriaci) del presente Samson and Delilah – diretto nel 1922 dall’ungherese Alexander Korda – così come del celeberrimo Sodom and Gomorrah, firmato Michael Curtiz.
Abel il figlio del vento, per la regia di Gerardo Olivares e Otmar Penker è una favola senza tempo che presenta al suo interno non pochi elementi che lo rendono inevitabilmente retorico e melenso.