Sono i colori del rosa, dell’arancio, dell’oro e del giallo a pervadere l’intero Lezzieflick. E i fondali delle immagini, così variopinti, così stratificati, sembrerebbero quasi ricordare i dipinti di Gustav Klimt e, nello specifico, il suo capolavoro Le tre Età della Donna.
In G_girls.Ginny, abbinato al cortometraggio G_girls.Gracie, vediamo un’urbanizzazione estremamente presente e prepotente, per una città in cui non è affatto facile vivere. Eppure, la giovane protagonista, dal canto suo, sembra ancora mantenere quella freschezza, quel candore e quella ingenuità tipiche della sua età.
G_girls.Gracie è un vero e proprio piacere per gli occhi. Le animazioni, magnetiche, ci fanno immediatamente sentire parte della vita della protagonista, diventando, a nostro modo, suoi confidenti. E, non per ultima, a essere trattata alla stregua di un vero e proprio personaggio: la città. Una città le cui forme severe e spigolose e i suoi colori cupi stridono con la fragilità di Gracie.
Non c’è spazio per i dialoghi in Eintritt zum Paradies um 3€20. Sono i rumori, in questo caso, a fare quasi da protagonisti assoluti. Eppure, nonostante il vociare indistinto, nonostante palloni che rimbalzano e cellulari che squillano incessantemente, v’è comunque una certa calma di fondo. Ed ecco che, immediatamente, ci torna alla mente il cinema di Jacques Tati e la sua indiscussa eleganza.
Per l’estrema cura con cui lo stesso è stato realizzato, Couples, della pittrice austriaca Maria Lassnig, ci appare un lavoro decisamente maturo, dove l’animazione, la pittura, la fotografia e il cinema in live action si incontrano dare vita a un piccolo ma significativo lavoro, fondendosi l’un l’altro in perfetta armonia.
In soli cinque minuti, Maria Lassnig è riuscita a rappresentare, nel suo Selfportrait, la sua intera poetica, per un cortometraggio che si classifica di diritto come uno dei suoi lavori più intimi, personali e rappresentativi, per un’interessante ed essenziale animazione in stop motion.
In Louise, la scrittrice, regista e conduttrice radiofonica Uli Jürgens ha optato volutamente per una messa in scena semplice e lineare, priva di inutili fronzoli o gratuiti virtuosismi registici, per un sentito e teneramente sincero omaggio a una delle più importanti pioniere del cinema austriaco, e non solo. Alla Viennale 2019, in apertura della rassegna dedicata a Louise Kolm-Fleck.
Se pensiamo al cinema d’animazione austriaco, particolarmente significativa è la dichiarazione dell’artista Stefan Stratil “ L’Austria è una nazione di film d’animazione senza film d’animazione”. In poche parole: tra tutti i possibili generi cinematografici, quello d’animazione risulta, al giorno d’oggi, in Austria, il meno trattato. Almeno all’apparenza.