Alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1948 veniva presentato in concorso Il Processo, capolavoro di Georg Wilhelm Pabst. Ciò che maggiormente ha attirato l’attenzione è stata la straordinaria performance dell’attore Ernst Deutsch, che per l’occasione ha vinto la Coppa Volpi alla Miglior Interpretazione Maschile. Ma chi era, di fatto, Ernst Deutsch?
Quando pensiamo a un nome come Max Reinhardt, inevitabilmente facciamo riferimento a una delle figure di maggior importanza per quanto riguarda il panorama culturale austriaco e mondiale del secolo scorso. Grazie a lui, importanti innovazioni sia dal punto di vista della messa in scena, sia, appunto, per quanto riguarda la valorizzazione degli attori e il loro diretto rapporto con il pubblico vengono adottate ancora oggi.
Indubbiamente lo sceneggiatore Carl Mayer è una figura essenziale per quanto riguarda la storia del cinema. Da Il Gabinetto del Dottor Caligari di Robert Wiene ad Aurora di Friedrich Wilhelm Murnau, l’autore, con il suo straordinario talento e la sua voglia di sperimentare, ha fatto scuola in tutto il mondo.
Tra i nomi maggiormente degni di nota nel cinema di Weimar, Henrik Galeen – a cui la Viennale 2021 ha dedicato una speciale retrospettiva – si è distinto agli inizi del secolo scorso soprattutto per il carattere cupo e inquietante che era solito conferire, ora in qualità di sceneggiatore, ora in qualità di regista o attore, alle sue opere.
Il 18 aprile 2021 il critico cinematografico, curatore e storico del cinema Amos Vogel avrebbe compiuto cento anni. A tal proposito, l’Österreichisches Filmmuseum in collaborazione con la Viennale ha organizzato la retrospettiva Amos Vogel – Film as a subversive Art, che prende il titolo dall’omonimo libro scritto dall’autore nel 1974. Il cinema da lui approfondito è un cinema considerato “diverso”, realizzato da cineasti desiderosi di “liberarsi” dai dettami delle grandi case di produzione e che difficilmente avrebbero ottenuto l’attenzione che meritavano.
Un maestro del genere noir, il grande Edgar G. Ulmer. Eppure, il regista non è ricordato soltanto per questa sua peculiarità. Spesso costretto a girare film con budget molto bassi, Ulmer era solito ultimare le riprese in pochissimi giorni. Ciò, tuttavia, non influenzò mai la buona qualità dei suoi film, dove tutto era studiato fin nel minimo dettaglio.
Se lo spietato colonnello Hans Landa di Bastardi senza Gloria (Quentin Tarantino, 2009) è considerato, oggi, quasi alla stregua di un mito è merito soprattutto dell’attore austriaco Christoph Waltz. Un attore scelto con cura da Tarantino stesso, che con maestria e ironia è entrato nel cuore degli spettatori. Ma come ha capito Tarantino che Waltz era l’attore giusto per interpretare il suo Hans Landa?
Controversa e affascinante, Nora Gregor incarna la perfetta immagine di una diva dei primi del Novecento che con grazia e stile è riuscita a conquistare i cuori di milioni di spettatori, entrando di diritto a far parte dell’Olimpo dei Grandi.
Al giorno d’oggi, a distanza di anni, nessuno si è dimenticato del grande talento di Josef von Sternberg, considerato di diritto uno dei grandi maestri della storia del cinema. Il suo speciale contributo alla settima arte lo ha reso ufficialmente immortale.
Se, ancora oggi, quando ci capita di visionare lungometraggi come l’esilarante e raffinato Ninotschka o i sottili e inquietanti Angoscia e Niagara, proviamo le stesse sensazioni che hanno vissuto gli spettatori dell’epoca, è segno del fatto che la scrittura di Walter Reisch – oltre, ovviamente, al talento di chi li ha a suo tempo diretti – è più che mai giovane e attuale.