Minderjärige klagen an, pur mantenendo, in parte, gli intenti originari dell’ottimo Asphalt di Harald Röbbeling (trattandosi, di fatto, di una sua rielaborazione molto più “edulcorata”) risulta assai più debole, assai meno incisivo dell’originale e decisamente maldestro e traballante, con tanto di cornice che ci appare quasi posticcia, al punto da renderlo complessivamente poco credibile.
Asphalt prende spunto da alcune storie realmente accadute e si avvale di una messa in scena che ricorda da vicino proprio il Neorealismo. E così, ne è venuto fuori un film suddiviso in cinque episodi, incredibilmente razionale nella sua irrazionalità. Un film che si schiera apertamente contro la guerra e che – sebbene quest’ultima sia ormai finita da molti anni – punta il dito direttamente contro una società ipocrita e perbenista.
Follie nel Mondo, di fianco a una sceneggiatura piuttosto semplice e lineare, vede una messa in scena sì di impostazione prevalentemente teatrale, ma anche estremamente spettacolare, colorata e vivace, all’interno della quale eleganti figure si muovono davanti alla macchina da presa, per una serie di curate coreografie che riescono a creare un’equilibrata commistione di danza moderna e valzer viennese.
Eva – Confidenze di una Minorenne – realizzato da Rolf Thiele nel 1959,nonché ultima pellicola girata in Austria da Romy Schneider – ha tutto il sapore di una commedia à la Vincente Minnelli, à la Robert Wise o addirittura à la George Cuckor.
Ernst Marischka in questo suo interessante La Casa delle tre Ragazze ci appare straordinariamente in forma, per un lungometraggio in grado di coniugare umorismo e drammaticità, prosa e poesia, danze e musica, senza apparire mai forzato o banale e senza mai scadere nel già visto.
Nel corale Viennese Girls, il regista, pittore e fotografo Kurt Steinwendner – talmente affascinato dal nostro Neorealismo da ispirarsi in tutto e per tutto a esso – traccia un affresco di una Vienna che a fatica si sta risollevando dalla Seconda Guerra Mondiale, all’interno della quale ciò che sembra più difficile è riuscire ad arrivare a fine mese, per una precarietà del lavoro che si unisce tristemente alle disumane condizioni dei lavoratori stessi.
La scena in cui gli attori Hans Moser e Paul Hörbiger, vestiti da fattorini, sono alle prese con il trasporto di alcuni bagagli pesanti, di cui fa parte anche un’enorme cassa di legno è, al giorno d’oggi, considerata uno degli sketch più famosi nella storia del cinema austriaco. La presente è una delle scene clou della commedia Hallo Dienstmann, diretta da Franz Antel nel 1951.
Il cinema d’avanguardia austriaco risulta, al giorno d’oggi, estremamente prolifico e ricco di spunti interessanti. Eppure in pochi sapranno che esso nasce ufficialmente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e, nello specifico, nel 1951, anno in cui l’artista, pittore e fotografo Kurt Steinwendner realizzò il suo Der Rabe, trasposizione cinematografica altamente sperimentale della nota poesia Il Corvo di Edgar Allan Poe.
Non stupisce il fatto che un lungometraggio come 1° aprile 2000 (gustosa satira fantapolitica per la regia di Wolfgang Liebeneiner) sia stato realizzato proprio nel 1952, sette anni dopo la fine del conflitto mondiale e soltanto tre anni prima del Trattato di Stato Austriaco con cui, tra l’altro, veniva ufficialmente proclamata la neutralità della nazione stessa.
Terzo capitolo della fortunata saga diretta da Ernst Marischka, Sissi – Destino di un’Imperatrice mostra ancor meno mordente del già di per sé poco convincente Sissi, la giovane Imperatrice. Ricalcando passo passo la struttura dei precedenti lavori, il presente ci appare quasi come un film di transizione, soprattutto se pensiamo al fatto che gli sarebbe dovuto seguire un quarto lungometraggio della saga – alla cui lavorazione fu la stessa Romy Schneider a opporsi fortemente.