In poco più di tre minuti, Ein Spaziergang durch Graz – forte di una regia il più possibile essenziale – riesce a farci vivere la storia della capitale della Stiria, mantenendo un tono quasi impersonale e decisamente didattico e didascalico.
Die Tat des Andreas Harmer è un noir estremamente raffinato, dove – proprio come nel 1926 ci aveva mostrato in Metropolis il grande Fritz Lang – la netta separazione tra il bene e il male viene ben rappresentata su due livelli dalle ambientazioni, siano esse, appunto, il seminterrato di un palazzo e le vie fognarie della città o un parco soleggiato in una calda giornata estiva.
In Zwettl am Kamp – prodotto nel 1934 dalla Österreich in Bild und Ton – fa parte di una lunga serie di documentari propagandistici realizzati in Austria principalmente tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta.
Vorfrühling im Wienerwald si fa immediatamente testimone di una bellezza destinata a durare nel tempo. Di una bellezza che, nonostante il passare degli anni, sembra rimanere sempre intatta e uguale a sé stessa. Della ricca e preziosa Wienerwald, da secoli motivo di orgoglio per ogni viennese.
Episodio si distingue innanzitutto per una messa in scena particolarmente elegante. Una grazia stilistica che si rivela perfettamente in linea con una storia garbata, ma coraggiosa allo stesso tempo, che lascia immediatamente intuire la lungimiranza dello stesso Walter Reisch. Coppa Volpi per Paula Wessely alla Mostra del Cinema di Venezia 1935.
Das historische Perchtoldsdorf – prodotto nel 1933 dalla Österreich in Bild und Ton – fa parte di una serie di documentari a carattere propagandistico, girati in Austria principalmente tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta.
L’amore trionfa in L’ultima Passione. Ma sarà così per tutti? E, soprattutto, è più importante l’amore o la carriera? Quanto può influenzare l’opinione della gente la vita di una persona? Willi Forst ha messo in scena il tutto con un forte lirismo, ma anche con il giusto cinismo, soprattutto quando si tratta di rapportarsi a determinate dinamiche all’interno del mondo dello spettacolo e dell’alta borghesia.
Un andamento principalmente contemplativo fa da leit motiv in Der Heideboden. Un documentario di indubbia importanza storica che, malgrado una regia piuttosto elementare, fa da perfetto testimone di un’epoca passata, in cui il cinema poteva assumere soltanto determinate connotazioni. Un’epoca le cui conseguenze si sono fatte sentire per molti e molti anni. Ma anche, al contempo, un’epoca in cui, nonostante tutto, il cinema non si è fermato.
Ripensando ai primi film di Karl Köfinger ricordiamo come – di fianco a un copioso uso di inquadrature fisse – si era optato principalmente per dei totali atti a mostrare le realtà rappresentate nel loro insieme. Eppure nel presente Durch die Wachau viene messo in primo piano l’essere umano stesso.
Un tono – questo di Lunz und seine Seen – particolarmente romantico e contemplativo, che – a differenza dell’approccio registico adottato nei numerosi altri documentari propagandistici realizzati in quegli anni – punta innanzitutto a conferire all’intero lavoro una propria, marcata personalità.