Silhouetten è un’opera particolarmente interessante e raffinata all’interno della filmografia di Reisch e per quanto riguarda anche il cinema austriaco degli anni Trenta. Per l’occasione, il regista si è avvalso della collaborazione di un’altra importante artista: la regista e animatrice tedesca Lotte Reiniger. Musiche coinvolgenti, eleganti costumi da ballo e il Teatro dell’Opera pieno di spettatori entusiasti hanno sul pubblico un effetto magnetico.
Indubbiamente la storia messa in scena da E. W. Emo in The Fairy Doll non rappresenta nulla di particolarmente originale. Si potrebbe addirittura affermare che il lungometraggio ha oggi acquisito particolare importanza storica proprio per essere una delle pellicole a cui hanno preso parte da giovani i genitori di Romy Schneider. Eppure, nonostante tutto, dobbiamo riconoscere una certa grazie ed eleganza nella messa in scena della tenera storia d’amore tra i due giovani protagonisti.
Von Dirnbach-Stoder nach Hinterstoder si presenta come un documentario particolarmente intimo, mostrandosi vicino alle persone che popolano i luoghi di volta in volta visitati, le quali colorano il tutto con le loro pittoresche tradizioni popolari.
Kreuz und Quer durchs Burgenland si fa immediatamente immagine di un’epoca felice che stava, purtroppo, per finire, così come prezioso documento storico realizzato a cavallo sia tra le due guerre mondiali che tra due fondamentali epoche nell’ambito della settima arte: l’era del muto e l’era del sonoro.
“Bloch-Ziehen” im Burgenland è una piccola perla del cinema austriaco, che, oltre a mostrarci una tradizione al giorno d’oggi sconosciuta ai più, si fa perfetta rappresentante di un’epoca a dir poco insolita e straniante.
In poco più di tre minuti, Ein Spaziergang durch Graz – forte di una regia il più possibile essenziale – riesce a farci vivere la storia della capitale della Stiria, mantenendo un tono quasi impersonale e decisamente didattico e didascalico.
Die Tat des Andreas Harmer è un noir estremamente raffinato, dove – proprio come nel 1926 ci aveva mostrato in Metropolis il grande Fritz Lang – la netta separazione tra il bene e il male viene ben rappresentata su due livelli dalle ambientazioni, siano esse, appunto, il seminterrato di un palazzo e le vie fognarie della città o un parco soleggiato in una calda giornata estiva.
In Zwettl am Kamp – prodotto nel 1934 dalla Österreich in Bild und Ton – fa parte di una lunga serie di documentari propagandistici realizzati in Austria principalmente tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta.
Vorfrühling im Wienerwald si fa immediatamente testimone di una bellezza destinata a durare nel tempo. Di una bellezza che, nonostante il passare degli anni, sembra rimanere sempre intatta e uguale a sé stessa. Della ricca e preziosa Wienerwald, da secoli motivo di orgoglio per ogni viennese.
Episodio si distingue innanzitutto per una messa in scena particolarmente elegante. Una grazia stilistica che si rivela perfettamente in linea con una storia garbata, ma coraggiosa allo stesso tempo, che lascia immediatamente intuire la lungimiranza dello stesso Walter Reisch. Coppa Volpi per Paula Wessely alla Mostra del Cinema di Venezia 1935.