Il mio miglior Nemico è un lungometraggio dal respiro internazionale, che si rifà molto al cinema mainstream statunitense e che nell’insieme ci appare “confezionato” in modo impeccabile. La Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto vengono raccontati in Austria in un film importante, in cui, di fianco alla storia dei due amici/nemici e al drammatico conflitto bellico viene anche realizzato un grande omaggio al mondo dell’arte e alla bellezza.
Vienna Table Trip si presenta a noi quasi come una favola senza tempo, come una piccola realtà in cui passato e presente si incontrano per dare vita a qualcosa di unico. Nel frattempo, una delicata musica minimalista ci accompagna durante il “viaggio”. Da grande maestro dell’animazione qual è, Virgil Widrich ancora una volta ha dato vita a un piccolo e prezioso gioiello del cinema austriaco d’avanguardia.
Semra Ertan è ciò che non ci aspettiamo, un lavoro volutamente frammentario, i cui spezzoni, proprio come tanti pezzi di un puzzle, stanno a comporre il ritratto vivo e pulsante di una persona a oggi dimenticata dai più, ma che tanto e tanto ha fatto per rendere migliore il mondo in cui viviamo. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
Doppelgänger è una sentita lettera di addio a una persona che non c’è più. Un documentario estremamente intimo e personale che punta tutto su un approccio registico semplice e diretto, ma anche studiato fin nel minimo dettaglio. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
In Michael Berger – A Hysteria vediamo come i luoghi vengano messi costantemente in primo piano e, nella loro quasi irreale e talvolta inquietante tranquillità, facciano da scenario perfetto per le vicende raccontate nel frattempo dalla voice over. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
Nella sua complessa semplicità, MappaMundi riesce a tracciare la storia non solo del nostro pianeta, ma anche dell’umanità, ipotizzando anche un futuro (non) troppo lontano, ma praticamente inevitabile. Potrà mai, però, esserci davvero una fine definitiva? Bady Minck non vuole formulare nessuna precisa teoria in merito.
Con poche, semplici inquadrature e con un’unica frase che si ripete in continuazione Ulrich Seidl è riuscito a trasmettere appieno l’essenza di tutta la sua filmografia. In Hakuna Matata – che fa parte del progetto collettivo Venezia 70 Future Reloaded, realizzato in occasione del 70° anniversario della Mostra del Cinema di Venezia – non v’è bisogno d’altro.
Nel suo Atelier de Conversation Bernhard Braunstein si è concentrato esclusivamente sulle dinamiche che si instaurano all’interno del gruppo di incontro, cercando di dare voce a ognuna delle persone presenti. L’essere umano è sempre in primo piano.
Non è un film con molte pretese, Aiuto, ho ristretto Mamma e Papà!. Nemmeno per quanto riguarda i vari risvolti di sceneggiatura. La storia si svolge in modo spesso prevedibile, seppur con buoni ritmi, e il giovane pubblico sembra essere contento così.
Non c’è bisogno, in …a car… di particolari effetti speciali o virtuosismi registici. Carola Dertnig ha optato per un approccio semplice ed essenziale, il quale si è rivelato la soluzione vincente al fine di dar vita a un cortometraggio fortemente ironico e autoironico.