Se il presente Aufschneider si distingue immediatamente per una scrittura e un approccio registico prettamente televisivi, tutto scorre in modo complessivamente lineare. Ogni singolo evento, ogni singola storia dei personaggi sono in qualche modo collegati tra loro. Spesso e volentieri, però, anche in modo eccessivamente prevedibile.
Tutto è grigio, in The Future will not be capitalist. Il cemento – spesso lasciato a vista – impera ovunque. E l’essere umano, dal canto suo, come reagisce? Immersi nelle loro frenetiche attività, i lavoratori non sembrano nemmeno avere il tempo di scambiarsi qualche parola di quando in quando.
In the Bazaar of Sexes, secondo documentario della regista austro-iraniana Sudabeh Mortezai (conosciuta a livello internazionale per il lungometraggio Joy, già premiato alla Mostra del Cinema di Venezia 2018) ci racconta una realtà conosciuta da pochi, ossia quella dei matrimoni temporanei. Ma cosa sono, di fatto, questi matrimoni temporanei?