Pur trattandosi di un’opera prima, Eismayer denota innanzitutto una grande maturità registica e una mai scontata capacità di indagare nell’animo umano, riuscendo a cogliere ogni più sottile sfumatura delle personalità dei protagonisti. Alla 79° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, sezione Settimana della Critica.
Still Life non è assolutamente un film “semplice”. Al contrario, ogni minima sfaccettatura delle personalità dei protagonisti viene ben resa dalla macchina da presa di Sebastian Meise in modo mai retorico o prevedibile. I primi piani sui loro volti, le confessioni, le chiacchierate in macchina o sulla banchina di una stazione, ma anche i gesti estremi conferiscono umanità a ognuno di loro.
Tutto è possibile in Charms Zwischenfälle. Il susseguirsi degli eventi sembra non seguire alcuna logica e ciò che ne viene fuori sono numerose situazioni paradossali fortemente kafkiane.
Nessuno è realmente innocente o del tutto colpevole, in La Rapina. O, meglio ancora, ognuno dei tre personaggi è vittima e carnefice allo stesso tempo. E questo lungometraggio di Florian Flicker si distingue innanzitutto per un buon lavoro di scrittura, grazie al quale momenti di tensione si alternano sapientemente a scene ben più leggere.
Anche in questo piccolo e prezioso 3.30PM Ludwig Wüst mantiene le principali tematiche e le costanti del suo cinema, accentuando, se vogliamo, alcune tendenze già tracciate in passato. Ed ecco che quel realismo e quel minimalismo che tanto sono stati centrali nei suoi precedenti lavori, diventano, qui, a dir poco essenziali.