
ENDSTATION SEESTADT
La macchina da presa di Sophia Hörmann si rivela, in Endstation Seestadt, particolarmente abile nel rappresentare i corpi degli attori, in continue danze dove, in un intrecciarsi di corpi, braccia e gambe, non si distingue più un singolo individuo e dove tutto, fin da subito, assume un significato simbolico e spirituale.