Jesus von Ottakring, brillante opera prima di WIlhelm Pellert, punta il dito contro una società ipocrita e perbenista, che tende pericolosamente a emarginare chi considerato “diverso”, che a tutti i costi cerca un capro espiatorio per attribuirgli tutte le colpe del mondo, ma che, al contempo, ha un disperato bisogno di una guida, di qualcuno da idolatrare.
In Das Manifest, Antonis Lepeniotis, attraverso un tanto ricercato quanto minimalista lavoro di regia, ha messo in scena un mondo in cui non v’è considerazione alcuna per l’essere umano e per la sua libertà. Un mondo in cui è una spietata forza di polizia a dire a tutti i costi l’ultima parola. Un mondo in cui non v’è apparentemente speranza alcuna per un futuro migliore e all’interno del quale ci si sente come racchiusi in un vero e proprio circolo vizioso.