Hinterland è in tutto e per tutto un film espressionista. Un film in cui scenografie spigolose, strade anguste, palazzi inclinati, ombre minacciose e inquadrature sghembe hanno il compito di farci vivere in prima persona uno dei momenti più drammatici della storia e di trasmetterci una buona dose di inquietudine.
7500 – opera prima del giovane Patrick Vollrath – punta tutto quasi esclusivamente su scene d’azione che non si lasciano limitare dal poco spazio a disposizione, oltre che da un robusto lavoro di sceneggiatura e, non per ultimo, dal volto di Joseph Gordon-Levitt, sempre sul pezzo e mai sopra le righe.
Il tema del mutamento climatico è, da ormai diversi anni, diventato una questione piuttosto urgente. E il cinema, dal canto suo, cosa fa? Grande testimone dei nostri tempi, anche la settima arte ha spesso e volentieri detto la sua in merito. Un esempio è rappresentato dal lungometraggio Ghiacciaio di Sangue – realizzato da Marvin Kren nel 2013 – rilettura/omaggio al ben più noto La Cosa di John Carpenter nel 1982. Un’operazione, la presente, tuttavia molto rischiosa.
Wild Mouse, scritto, diretto ed interpretato da Josef Hader, sta a mettere in scena una (non troppo) velata critica alla società e al mondo del lavoro.