Con Die Vermieterin, Sebastian Brauneis ha dato vita anche questa volta a qualcosa di totalmente unico. A un’opera esilarante e commovente allo stesso tempo, in cui non manca anche – e soprattutto – un importante discorso sociale. Alla Diagonale’23.
The Unfish è un lungometraggio decisamente originale per quanto riguarda la filmografia austriaca. Il regista Robert Dornhelm, dal canto suo, si è chiaramente interessato a ciò che veniva realizzato al di fuori dei confini nazionali, mostrando particolare curiosità nei confronti dei fantasy anni Ottanta.
In autunno cadono le cose troppo mature. E allo stesso modo, sembra non esserci certezza alcuna per le relazioni che si sono instaurate tra i protagonisti di 1 Verabredung im Herbst. Eppure, al contempo, Sebastian Brauneis mette in scena la complessità dei sentimenti e delle relazioni interpersonali con una leggerezza fuori dal comune.
Se Tempo – opera prima per il cinema del regista Premio Oscar Stefan Ruzowitzky – da un lato, percorre la strada del coming-of-age già più e più volte trattata in Austria, dall’altro rivela uno sguardo più che mai attento a quanto realizzato in contemporanea nel resto del mondo, per un prodotto dal respiro internazionale che presenta molte caratteristiche tipiche del cinema mainstream anni Novanta.
Attingendo a piene mani da quanto realizzato in passato, Andreas Prochaska, con Sms – 3 giorni e 6 morto, ha realizzato uno dei suoi pochi lungometraggi per il grande schermo, pur mostrando segni evidenti della sua lunga carriera in ambito televisivo, per un prodotto assai debole, dallo script che fa acqua da tutte le parti. Spesso anche in senso letterale.