In Paradise: Love troviamo tutte le costanti del cinema di Ulrich Seidl in un’opera profondamente intelligente, dolorosa e spietata. Il cinismo e l’ipocrisia degli esseri umani, la differenza tra le classi sociali, ma anche – e soprattutto – una profonda solitudine e un disperato bisogno d’amore fanno da protagonisti assoluti. Potrà mai esserci una seppur debole possibilità di salvezza? Il regista sembra non avere alcun dubbio in merito.
I colori della Grecia, insieme a paesaggi mozzafiato, vengono trattati in Griechenland quasi alla stregua di coprotagonisti. Johannes corre da una parte all’altra dell’isola al fine di capire cosa stia realmente accadendo. Ma, forse, soltanto una chiacchierata con un pescatore, mentre di notte si osservano le stelle, può far realmente comprendere il vero senso della vita.
First Snow of Summer, pur soffrendo di un’eccessiva retorica e di una scarsa originalità e puntando eccessivamente sull’emotività, indubbiamente si lascia guardare e, impeccabile nella sua estetica, tenta a suo modo di lasciare il segno all’interno del panorama cinematografico nazionale. Alla Diagonale’23.
Con Die Vermieterin, Sebastian Brauneis ha dato vita anche questa volta a qualcosa di totalmente unico. A un’opera esilarante e commovente allo stesso tempo, in cui non manca anche – e soprattutto – un importante discorso sociale. Alla Diagonale’23.
Hinterland è in tutto e per tutto un film espressionista. Un film in cui scenografie spigolose, strade anguste, palazzi inclinati, ombre minacciose e inquadrature sghembe hanno il compito di farci vivere in prima persona uno dei momenti più drammatici della storia e di trasmetterci una buona dose di inquietudine.
In autunno cadono le cose troppo mature. E allo stesso modo, sembra non esserci certezza alcuna per le relazioni che si sono instaurate tra i protagonisti di 1 Verabredung im Herbst. Eppure, al contempo, Sebastian Brauneis mette in scena la complessità dei sentimenti e delle relazioni interpersonali con una leggerezza fuori dal comune.
Nel film Sargnagel – diretto da Sabine Hiebler e Gerhard Ertl – non si sa mai dove finisca la finzione e dove inizi la realtà. Si tratta di un semplice lungometraggio? Di un documentario? Probabilmente entrambe le cose. O forse nessuna delle due? Alla Diagonale 2021.