La Vienna di Una Mano nell’Ombra è una Vienna buia, oscura, testimone dei più orrendi delitti, che, a suo tempo, Carol Reed era riuscito così bene a rappresentare ne Il terzo Uomo. E il regista Arthur Maria Rabenalt si è rivelato perfettamente all’altezza nel mettere in scena un efferato delitto, attingendo a piene mani ora dal cinema di Reed stesso, ora dall’Espressionismo tedesco, ora anche dalle iconiche figure di investigatori del calibro di Hercules Poirot o del Tenente Colombo.
Eva – Confidenze di una Minorenne – realizzato da Rolf Thiele nel 1959,nonché ultima pellicola girata in Austria da Romy Schneider – ha tutto il sapore di una commedia à la Vincente Minnelli, à la Robert Wise o addirittura à la George Cuckor.
È proprio un angosciante senso di morte e di claustrofobia a pervadere l’intero Radetzkymarsch, diretto da Michael Kehlmann nel 1964, nonché trasposizione dell’omonimo romanzo di Joseph Roth. La monarchia asburgica, dal canto suo, ci appare come una sorta di gabbia dorata. Una gabbia all’interno della quale sono prigionieri proprio Carl Joseph e suo padre Franz, protagonisti della pellicola.
Ernst Marischka in questo suo interessante La Casa delle tre Ragazze ci appare straordinariamente in forma, per un lungometraggio in grado di coniugare umorismo e drammaticità, prosa e poesia, danze e musica, senza apparire mai forzato o banale e senza mai scadere nel già visto.