In concorso a Venezia77, Jasmila Zbanic ci regala, in questo suo Quo vadis, Aida?, una storia tanto cruda quanto profondamente dolorosa. E al fine di mettere in scena la guerra e il dramma personale della protagonista, un sapiente lavoro di sottrazione si rivela il migliore alleato dela regista, la quale, a sua volta, ben sa arrivare al pubblico evitando sapientemente ogni retorica. Fatta eccezione per diversi scivoloni man mano che ci si avvicina al finale.
Il tema del mutamento climatico è, da ormai diversi anni, diventato una questione piuttosto urgente. E il cinema, dal canto suo, cosa fa? Grande testimone dei nostri tempi, anche la settima arte ha spesso e volentieri detto la sua in merito. Un esempio è rappresentato dal lungometraggio Ghiacciaio di Sangue – realizzato da Marvin Kren nel 2013 – rilettura/omaggio al ben più noto La Cosa di John Carpenter nel 1982. Un’operazione, la presente, tuttavia molto rischiosa.
Anche se, al giorno d’oggi, di prodotti che somigliano come una goccia d’acqua al nostro Party hard die young ne sono stati realizzati davvero tanti, bisogna riconoscere al giovane regista Dominik Hartl – da sempre appassionato di horror – di aver tentato, a suo modo, una lettura e una messa in scena del tutto personali.
Con Nordrand – Borgo Nord Barbara Albert è riuscita a raccontare per immagini storie tanto drammatiche quanto straordinariamente fresche e gioiose, probabilmente, grazie anche alla sua stessa freschezza di ventinovenne, riuscendo ad affermarsi all’interno di un panorama cinematografico internazionale.