In Half a Life di Nikolaus Leytner, di fianco a una chiara impostazione prettamente televisiva, vengono sollevate ben più complesse questioni morali riguardanti la rabbia, il rancore, un enorme dolore e, non per ultimo, uno straziante senso di colpa.
Il Truffatore di Pepe Danquart presenta una caratterizzazione che strizza l’occhio ai gangster movies statunitensi, ma che, nell’insieme, ricorda da vicino anche le commedie francesi contemporanee, grazie a un riuscito mix di generi, tra il polar e la commedia vera e propria.
C’è davvero da sbizzarrirsi nel maneggiare tutti i numerosi spunti che la vita di questo geniale artista ha da offrirci. Tutto sta nel saperli gestire bene, dando vita a un lavoro mai scontato o didascalico, che sappia tracciare un ritratto il più possibile appassionato e fedele di una delle più importanti personalità artistiche di tutta l’Austria. E Dieter Berner è perfettamente riuscito in tale mai facile e per nulla banale impresa con il suo Egon Schiele.
Un approccio maggiormente adatto al piccolo schermo è la prima cosa che salta agli occhi durante la visione di La Famiglia von Trapp – Una Vita in Musica, diretto da Ben Verbong. Una fotografia eccessivamente bruciata e sovraesposta, insieme a una sceneggiatura tendenzialmente piatta e che, forte anche – e soprattutto – di quanto scritto e girato in passato, sembra procedere quasi con il pilota automatico sono tra gli elementi più deboli dell’intero lavoro.
È un maldestro approccio registico che ha fatto di un lavoro come Erik & Erika di Reinhold Bilgeri un prodotto piatto, dal taglio prettamente televisivo, che, malgrado gli interessanti spunti iniziali, finisce inevitabilmente per perdere di mordente persino nei momenti chiave.