Mani che impastano ravioli, un’intera famiglia riunita intorno al tavolo a cucinare, il cibo che viene preparato con amore e che unisce tutti. Proprio come il cinema orientale ci ha sempre mostrato. E ancora, vedute di Shangai e Pechino dall’alto – città che hanno sofferto molto nel corso degli anni e in cui sono ancora evidenti le conseguenze della guerra – ma anche le ampie strade e i parchi della capitale austriaca. Tutto questo è Weiyena – Ein Heimatfilm. Alla Diagonale 2021.
Primi piani di volti pensierosi, contemplativi tramonti sul mare, ma anche impronte colorate di mani che creano un grande dipinto trasmettono appieno l’essenza di Me, We. Alla Diagonale 2021.
Ci sarà mai speranza di salvezza per chi vive ai margini della società? Norbert Pfaffenbichler sembra avere le idee chiare in merito. Ma forse solo l’amore potrà salvarci tutti. E in 2551.01 lo fa in modo mai banale o prevedibile, evitando sapientemente ogni possibile retorica. Ispirato a Il Monello di Charlie Chaplin e presentato alla Diagonale 2021.
Fox in a Hole può essere considerato un film sull’incomunicabilità che viene superata soltanto nel momento in cui si scopre un particolare linguaggio comune. E così entra in gioco finalmente la musica.
Narciso e Boccadoro è un film che, malgrado l’indubbia maestria del regista Stefan Ruzowitzky, malgrado il grande impiego di capitali e di un cast di tutto rispetto, malgrado momenti visivamente e simbolicamente potentissimi, risulta nel complesso eccessivamente artefatto, fortemente patinato e pretenzioso.
Night for Day non si limita ad approfondire un rapporto tra madre e figlio. Night for Day è molto di più. E nel corso della sua breve durata ripercorre le tappe fondamentali della storia recente del Portogallo, con importanti appigli anche nel presente. Con tanto di riferimenti al mondo del cinema. Alla Berlinale 2021, sezione Forum Expanded.
A provare a mettere in scena la crisi di una coppia che non può avere figli ha pensato la regista Ulrike Kofler nella sua opera prima La Vita che volevamo (titolo originale: Was wir wollten), tratto dal racconto Der Lauf der Dinge di Peter Stamm, distribuito da Netflix e presentato dall’Austria agli Oscar 2021 come candidato in qualità di Miglior Film Straniero.
Malgrado la drammaticità di ciò che viene raccontato, malgrado gli evidenti segni di sofferenza sui volti e negli occhi dei protagonisti, il presente Mauthausen – Zwei Leben si distingue principalmente per un certo lirismo di fondo.
Intenzionato – almeno per quanto riguarda questo suo esordio – a seguire (almeno in parte) le orme del padre, dedicandosi al genere horror, Daniel Prochaska si è divertito, in questo suo The creepy House, ad attingere a piene mani da cult del passato, al fine di dare vita a una sorta di coming-of-age dai toni leggeri e dai risvolti inquietanti, dedicato soprattutto a un pubblico di giovanissimi.
Da un raffinato lavoro su fotografie d’epoca Liebe war es nie di Maya Sarfaty trae la sua più brillante intuizione, creando, di volta in volta, ulteriori fotomontaggi, i quali, sempre più articolati e attentamente montati in 3D, ci conducono per mano nel mondo di Helena e Franz, per una storia d’amore e di sofferenza dove un consueto approccio documentaristico lascia il posto a una drammatizzazione che ben sa coniugare materiali del passato e tecniche del presente.