Anno: 2017

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COLD HELL – BRUCERAI ALL’INFERNO

Thriller adrenalinico ed estremamente attuale, Cold Hell – Brucerai all’Inferno è un’opera molto più complessa e stratificata di quanto possa sembrare. Stefan Ruzowitzky ha realizzato non soltanto un affresco della città di Vienna in tutta la sua multiculturalità e nei suoi aspetti più controversi, ma anche – e soprattutto – un film che tira in ballo tematiche complesse e delicate come il razzismo e il patriarcato.

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MAPPAMUNDI

Nella sua complessa semplicità, MappaMundi riesce a tracciare la storia non solo del nostro pianeta, ma anche dell’umanità, ipotizzando anche un futuro (non) troppo lontano, ma praticamente inevitabile. Potrà mai, però, esserci davvero una fine definitiva? Bady Minck non vuole formulare nessuna precisa teoria in merito.

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LOOKING FOR OUM KULTHUM

In Looking for Oum Kulthum Shirin Neshat si perde nelle sue riflessioni, mette i tormenti interiori della protagonista al centro dell’attenzione e fa sì che proprio il personaggio di Oum Kulthum passi inevitabilmente in secondo piano. Alla 74° Mostra del Cinema di Venezia – sezione Giornate degli Autori.

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MADEMOISELLE PARADIS

L’estremo realismo di Nordrand – Borgo Nord lascia qui il posto a un’impeccabile eleganza. E anche se abbiamo nostalgia di quella periferia così ben raccontata nel lungometraggio d’esordio della regista di Vienna, dobbiamo riconoscere come Mademoiselle Paradis mostri un carattere deciso.

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THE BEST OF ALL WORLDS

Non è un caso che un lungometraggio come The best of all Worlds abbia riscosso un grande successo di pubblico. Merito di un sapiente lavoro di regia, ma merito soprattutto anche di due protagonisti che funzionano alla perfezione, ora totalmente disorientati nella fredda periferia di Salisburgo, ora semplicemente felici di essere l’uno in compagnia dell’altro. Il tutto per un nostalgico sguardo al mondo dell’infanzia, quando si era ancora troppo giovani per comprendere le brutture del mondo dei “grandi”.

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BOJO BEACH

Ciò che in Bojo Beach immediatamente colpisce è la straordinaria calma con cui i pescatori svolgono i loro compiti. I loro gesti, scanditi dai canti degli stessi, stanno a ricordare – soprattutto nel momento in cui sono intenti a tirare le reti sulla spiaggia – quasi una coreografia. E il rumore dell’acqua, dal canto suo, sta ancora di più a trasmetterci un senso di straordinaria calma, di un costante ripetersi degli eventi.

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T T T TOUCH ME

Non è un caso che Raphael Reichl, in questo suo TTT Touch me, abbia optato per l’uso della pellicola, piuttosto che del digitale. Questa sua scelta vuole essere quasi un modo di ribellarsi alla tecnologia imperante, la quale riguarda non solo la vita della gente, ma anche il cinema stesso. Ed ecco che l’eterna disputa tra analogico e digitale viene messa qui in primo piano.