Realizzato e montato come se fosse un’ideale continuazione del suo lascito di artista, Klimt mette in scena una drammatica rappresentazione di alcuni episodi della vita del pittore, in una Vienna fortemente immaginifica e posticcia. Alla Viennale 2023, retrospettiva Raúl Ruiz.
Realtà e finzione si alternano in continuazione in No Name City di Florian Flicker. I visitatori hanno un’immagine idilliaca di tale luogo, mentre la telecamera, al contempo, è pronta a rivelarci ogni suo segreto. All’interno della retrospettiva Österreich real del Filmarchiv Austria.
In Eine Million Kredit ist normal, sagt mein Großvater, Gabriele Mathes ci mostra come l’economia sia in grado di cambiare per sempre le vite delle persone. E così, attraverso la storia di una singola famiglia, viene aperto un discorso ben più ampio riguardante la storia di un’intera nazione. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
In Falling, Barbara Albert, nel mettere in scena una forte nostalgia nei confronti del passato, insieme alla voglia di ritrovare sé stesse e i propri affetti, evita sapientemente di lasciarsi prendere la mano da un’eccessiva emotività, dimostrando un dovuto distacco e una matura lucidità nell’osservare da vicino le cinque protagoniste. Distacco e lucidità che, in questo caso, riescono a farci entrare piano piano sempre più in contatto con ogni singolo personaggio.
Attingendo a piene mani da quanto realizzato in passato, Andreas Prochaska, con Sms – 3 giorni e 6 morto, ha realizzato uno dei suoi pochi lungometraggi per il grande schermo, pur mostrando segni evidenti della sua lunga carriera in ambito televisivo, per un prodotto assai debole, dallo script che fa acqua da tutte le parti. Spesso anche in senso letterale.
Se pensiamo che Anja Salomonowitz ha realizzato It happened just before già dodici anni fa, ci rendiamo tristemente conto di quanto esso sia stato intelligentemente profetico e di quanto sia, ancora oggi, incredibilmente attuale.