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BARBARA VALENTIN – “LA JAYNE MANSFIELD AUSTRIACA”

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Barbara Valentin, ormai, è divenuta leggenda. E questo grazie anche, e soprattutto, al grande Rainer Werner Fassbinder, che probabilmente per primo si accorse di quanto questa l’attrice viennese avesse da regalare al suo amato pubblico.

Da Rainer Werner Fassbinder a Freddie Mercury

Capelli biondi e fisico prosperoso. Per molti anni il suo aspetto fisico l’ha resa vittima di molti stereotipi. Eppure, l’attrice austriaca Barbara Valentin, soprannominata la “Jayne Mansfield tedesca” è stata in grado di rapportarsi a ogni qualsivoglia ruolo, sebbene spesso marginale. Lo sapeva bene il grande Rainer Werner Fassbinder, che l’ha resa una caratterista di successo in molti dei suoi film, “liberandola” da quell’immagine di bionda sensuale e spesso svampita che le era stata affibbiata per molti e molti anni. E, di fatto, Barbara Valentin, che ha trovato fortuna lontano dalla sua patria, si è sempre rivelata un’artista piuttosto versatile, che, nel corso della sua carriera, ha preso parte a circa quaranta film, a più di trecento serie televisive e a numerosi videoclip musicali.

Ursula Ledersteger (questo era il suo vero nome), nacque, dunque, il 15 dicembre 1940 a Vienna. Suo padre, Hans Ledersteger, era art director, mentre sua madre, Irmgard Alberti, era anch’ella attrice. Dopo aver frequentato una scuola di recitazione, la giovane Barbara venne scoperta dal produttore Wolf C. Hartwig e, così, iniziò finalmente la sua carriera nel mondo del cinema. Il primo film a cui ella prese parte fu Du gehörst mir (Wilm ten Haaf, 1958), in cui, tuttavia, non fu citata nei crediti e in cui impersonò semplicemente una ragazza a una festa.

A questo lungometraggio, tuttavia, ne seguirono molti altri, in cui Barbara Valentin ottenne ruoli sempre più importanti, tra cui L’Abbraccio del Ragno (Fritz Böttger, 1960), Nell’Inferno c’è ancora Posto (Ernst Ritter von Theumer, 1961), Sull’Asfalto la Pelle scotta (Rolf Olsen, 1966) e Carmen Baby (Radley Metzger, 1967), giusto per fare qualche esempio. Non passò molto tempo, tuttavia, prima che il grande Fassbinfìder si accorgesse di lei. Grazie a lui l’attrice poté cimentarsi anche con ruoli diversi rispetto a quelli che solitamente le venivano assegnati. Con il regista tedesco, infatti, ella lavoro in ben cinque film: Effi Briest (1974), La Paura mangia l’Anima (1974), Martha (1974), Il Diritto del più forte (1975) e Lili Marleen (1980).

Pur continuando a recitare ancora per molti e molti anni (l’ultimo film a cui ha preso parte è stato Die Hunde sind schuld, realizzato da Andreas Prochaska nel 2001, ossia un anno prima della sua morte), Barbara Valentin si è sempre interessata anche al mondo della musica e dei videoclip e, inoltre, in molti la ricordano come una delle più care amiche del grande Freddie Mercury, di cui fu addirittura la coinquilina negli anni Ottanta a Monaco e in seguito alla cui morte si dedicò a numerose campagna atte ad aiutare i malati di AIDS.

Lei stessa, tuttavia, non ebbe, di fatto, una vita facile. Sposatasi tre volte (tutti e tre i matrimoni si conclusero con un divorzio) e divenuta madre di due figli (Lars e Minki), Barbara Valentin attraversò nel corso della sua vita numerose crisi, ulteriormente accentuate dall’abuso di alcool e droghe. Non si sa se ciò contribuì al progressivo peggioramento della sua salute. Fatto sta che la vita di Barbara terminò troppo presto, ossia il 22 febbraio 2002, quando l’attrice aveva sessantuno anni, a causa di un ictus. Sedici anni dopo, suo figlio Lars Reichardt pubblicò la sua biografia: Barbara. Das sonderbare Leben meiner Mutter Barbara Valentin. Il suo nome, ormai, è divenuto leggenda. E questo grazie anche, e soprattutto, al grande Rainer Werner Fassbinder, che probabilmente per primo si accorse di quanto questa sfortunata attrice viennese avesse da regalare al suo amato pubblico.

Info: la scheda di Barbara Valentin su iMDb