Pulled Pork (2023) di Andreas Schmied - Recensione

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di Andreas Schmied

voto: 5

Pulled Pork è sostanzialmente un grande prodotto di marketing e nulla più, che si affida eccessivamente ai due protagonisti (comunque a proprio agio nei loro ruoli) e che si rivela parecchio scontato e dispersivo, tra camei inutili e sottotrame mai sviluppate del tutto.

Come risolvere un crimine senza risolverlo

L’atteso debutto cinematografico del duo musical-cabarettista Pizzera & Jaus, per la regia di Andreas Schmied, è una commedia poliziesca abbastanza vuota, nonostante le moltissime idee e alcuni virtuosismi registici. Sempre belli da vedere, questi ultimi risultano purtroppo fine a sé stessi visto che non vengono assolutamente supportati da una scrittura che ne giustifichi la presenza. Pulled Pork, titolo ricavato dal “leggendario” hamburger nominato più volte durante il film, è sostanzialmente un grande prodotto di marketing, visto l’hype creatosi, e nulla più, rimasto vittima del suo stesso affidarsi ai due protagonisti (comunque a proprio agio nei loro ruoli) e parecchio scontato e dispersivo tra camei inutili e sottotrame mai sviluppate del tutto. Un grande e grosso nein, a caratteri cubitali.

Florian Kienzl (Paul Pizzera), ex poliziotto e ora detective privato, ha un fratello adottivo di nome Eddi Kovac (Otto Jaus), delinquente da quattro soldi ora in libertà vigilata, e una sorella, Samira (Gizem Emre), svanita nel nulla. I due, determinati più che mai a ritrovare la ragazza scomparsa, si metteranno così sulle tracce di Benni Jagschitz (Gregor Seberg), allevatore di maiali corrotto e candidato sindaco di Graz, convinti che il viscido imprenditore abbia avuto un ruolo in tutto questo. Inutile dire che le macchinazioni illegali messe in scena in Pulled Pork, foraggiate da un sottobosco di loschi personaggi psicotici, saranno innumerevoli e variegate.

Presentato al festival di Kitzbühel nell’agosto del 2023 e distribuito dalla onnipresente Constantin Film, Pulled Pork avrebbe avuto tutto per portare a casa il successo, almeno di critica, e invece ha clamorosamente toppato. Parere mio, ci mancherebbe. Ma le premesse erano davvero gustose e il trailer ha fatto venire l’acquolina in bocca a tanti. Quindi, detto fuori dai denti, cos’è andato storto? Parecchio, purtroppo. Girato tra la Stiria e Vienna, la sua produzione ha visto contribuire istituzioni importanti come l’Österreichischen Filminstitut, FISA Standort Austria e Samsara Produktion. Progetto ambizioso, dunque.

Ahimè, Pulled Porkracconta una storia chiara come il sole fin dall’inizio, e lo fa tenendo un mood tragicomico che, tra omicidi e ingiustizie giudiziarie, non riesce mai ad alzare il livello della narrazione. E questo nonostante facciano la loro comparsata un sacco di personaggi, come le controparti femminili, protagoniste di gag divertenti, ossia la poliziotta Meli (Valerie Huber) e la promessa sposa di Eddi, la greca Eleni (Elisabeth Kanettis). Sfortunate protagoniste di scenette utili, più che altro, per allungare il brodo, questo schema di inserire nuovi volti, tutti con caratteristiche e tratti ossessivi anche interessanti, non fa altro che aumentare la sensazione che si tratti di un grandissimo esercizio stilistico senza stile. Un collage di storielle, anzi di capitoli dai titoli accattivanti, arricchiti da virtuosismi di camera come il campo-controcampo e il ribaltamento di prospettiva, per una caccia all’uomo insensata e contornata da numerosi colpi di scena che, per l’effetto prodotto, assomigliano più che altro a tante piccole scoperte dell’acqua calda.

Cameo della cantante Melissa Naschenweng a parte (perché parlare di debutto cinematografico per una scena e mezza mi sembra francamente sbagliato), degno di nota in Pulled Pork resta un cliffhanger comunque senza senso, se non atto ad aprire il fronte a un possibile sequel. Ed è un gran peccato che dei bravissimi attori, Pizzera e Jaus compresi, non siano stati supportati da una sceneggiatura all’altezza che, poggiandosi interamente sulle spalle dei protagonisti, ha finito per creare il classico film prodotto per chiudere una serie tv lasciata in sospeso. E se fosse questo il vero cliffhanger, cioè il prologo di un prodotto composto da più puntate? Glielo auguro di cuore.