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di Michael Haneke
voto: 8.5
Ognuno di noi ha qualcosa da nascondere. Michael Haneke lo sa bene. E sa anche che determinati segreti e colpe del passato possono avere anche nel presente una forte, fortissima risonanza. In Niente da nascondere, dunque, il passato del protagonista torna nel più subdolo dei modi.
Colpe dal passato
Michael Haneke sa bene dove direzionare lo sguardo dello spettatore, ma, al contempo, mostrando nei suoi confronti un profondo rispetto, gli lascia la massima libertà di interpretazione. Un’operazione, la presente, indubbiamente complessa e coraggiosa, che ha ulteriormente contribuito a rendere il cineasta di Vienna uno degli autori contemporanei più interessanti e controversi all’interno del panorama cinematografico austriaco e internazionale. Tale operazione, dunque, è stata portata avanti anche nell’ottimo Niente da nascondere, realizzato nel 2005 e premiato per la Miglior Regia al Festival di Cannes.
Già, miglior regia. Come non essere d’accordo? Perché, di fatto, già dalle prime inquadrature ci rendiamo conto che ciò a cui stiamo per assistere è qualcosa di totalmente anticonvenzionale: sullo schermo vediamo l’immagine di una casa. Silenzio. Sembra non stia succedendo nulla di particolare finché non sentiamo delle voci fuoricampo. Ciò che abbiamo appena visto è un filmato che Georges e Anne (impersonati da Daniel Auteuil e Juliette Binoche) hanno appena ricevuto. Qualcuno li sta spiando e sta filmando ciò che accade davanti casa loro. Con il passare del tempo i due riceveranno sempre più spesso tali filmati anonimi, insieme a disegni piuttosto inquietanti. Chi sarà mai a voler minacciare la loro tranquillità?
Ognuno di noi ha qualcosa da nascondere. Michael Haneke lo sa bene. E sa anche che determinati segreti e colpe del passato possono avere anche nel presente una forte, fortissima risonanza. In Niente da nascondere, dunque, il passato di Georges torna nel più subdolo dei modi. E anche noi, insieme al protagonista, non sappiamo realmente cosa stia succedendo né chi sia realmente l’autore di tali minacce. Nel frattempo, l’apparente tranquillità di una famiglia altoborghese viene lentamente distrutta, galli vengono uccisi con un’accetta e spirano lentamente tra mille sofferenze e importanti segreti vengono a galla.
Nel realizzare Niente da nascondere, Michael Haneke ha fatto attenzione a ogni minimo dettaglio, realizzando un’opera fortemente complessa e stratificata, in cui, come di consueto, l’atto del guardare fa quasi da protagonista assoluto, in cui attraverso schermi televisivi vediamo una rappresentazione della realtà appositamente filtrata (come d’altronde avevamo già visto in Benny’s Video e come vedremo in Happy End, giusto per fare qualche esempio), in cui realtà, onirico, passato e presente si incontrano e si confondono in continuazione, in cui nessuno è realmente innocente, in cui la rabbia repressa si traduce in improvvise liti con i passanti, in cui la violenza è spesso qualcosa che si può solo percepire nel quotidiano, ma, al contempo, quando ci viene mostrata senza filtro alcuno, ci fa tanto, tanto male.
In Niente da nascondere non ci è dato di conoscere come stiano realmente le cose, ma, al contrario, Michael Haneke ci ha lasciato grande libertà di interpretazione. Particolarmente emblematica, a tal proposito è l’inquadratura finale, in cui – decisamente decentrati e filmati in lontananza – vediamo il figlio di Georges mentre parla con il figlio di Majid, fratellastro di Georges, a cui quest’ultimo, quando entrambi erano bambini, ha praticamente rovinato la vita. Cosa si saranno mai detti i due? Prima delle riprese, Michael Haneke ha scritto per loro un dialogo ben preciso. Nessuno, però saprà mai cosa i due si siano detti realmente. Al pubblico, appunto, la libertà di trarre le proprie conclusioni.
Titolo originale: Caché
Regia: Michael Haneke
Paese/anno: Francia, Austria, Germania, Italia / 2005
Durata: 117’
Genere: thriller, giallo, drammatico
Cast: Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Maurice Bénichou, Annie Girardot, Bernard Le Coq, Walid Afkir, Lester Makedonsky, Daniel Duval, Nathalie Richard, Denis Podalydès, Aïssa Maïga, Caroline Baehr, Christian Benedetti, Annette Faure, Hugo Flamigni, Malik Nait Djoudi, Diouc Koma, Marie Kremer
Sceneggiatura: Michael Haneke
Fotografia: Christian Berger
Produzione: Les Films du Losange, Wega Film, Bavaria Film