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di Reinhard Jud
voto: 7.5
Malgrado la semplicità della messa in scena, durante la visione di James Ellroy: Demon Dog of American Crime Fiction si ha quasi l’impressione di trovarsi sulle montagne russe. Los Angeles è lontana migliaia di chilometri, ma tutti noi, dopo la visione di questo affascinante documentario di Reinhard Jud abbiamo quasi l’impressione di conoscerla da sempre. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
Il ragazzo di Los Angeles
Los Angeles: una città in cui autori e registi in tutto il mondo hanno spesso ambientato le loro opere. Una città in cui il tasso di criminalità è ancora molto alto, in cui non è mai sicuro camminare da soli per strada di notte. Non è assolutamente facile vivere a Los Angeles. Lo sa bene il celebre scrittore James Ellroy, che in questa città ha vissuto per molti e molti anni. Anche per lui, dunque, Los Angeles si è rivelata la location ideale per i suoi gialli, i quali, a loro volta, sono stati ispirati da fatti realmente accaduti, oltre che dal vissuto dell’autore stesso. Nel documentario James Ellroy: Demon Dog of American Crime Fiction – realizzato nel 1993 e ripresentato al pubblico in occasione della Viennale 2022, all’interno della retrospettiva Österreich real del Filmarchiv Austria – il regista Reinhard Jud ha reso perfettamente l’idea di cosa significhi vivere lì, concentrandosi esclusivamente sul suo magnetico protagonista e sui vari processi che hanno fatto sì che i suoi più celebri lavori potessero prendere vita.
James Ellroy si confida davanti alla macchina da presa e ci accompagna in un lungo viaggio per le strade di Los Angeles, durante il quale ci mostra di volta in volta i luoghi che per lui hanno avuto particolare importanza durante la sua vita. Il suo ricordo di Los Angeles è perlopiù negativo, eppure non può non riconoscere alla città un fascino particolare nel momento in cui si tratta di ambientare una storia dalle venature noir. Basti pensare, ad esempio, a Black Dahlia (1987), che ha preso spunto proprio da un drammatico fatto di cronaca avvenuto solo un anno prima della nascita di Ellroy stesso.
In James Ellroy: Demon Dog of American Crime Fiction, dunque, Reinhard Jud ha potato per un approccio registico il più semplice possibile. Ellroy fa da protagonista assoluto davanti alla macchina da presa e il tutto viene arricchito da immagini di repertorio, da vecchie fotografie, da semplici riprese della città in cui la musica ha il compito di trasmetterci appieno la sua essenza, ma anche da scene in cui vediamo lo stesso Ellroy mentre incontra i suoi fan e firma loro alcune copie del suo ultimo libro. Tale scelta registica si è rivelata, dunque, la giusta soluzione per far sì che al pubblico venisse trasmessa la vera essenza delle opere di Ellroy. Non v’è bisogno di null’altro per comprendere l’approccio dell’autore.
Malgrado la semplicità della messa in scena, però, durante la visione di James Ellroy: Demon Dog of American Crime Fiction si ha quasi l’impressione di trovarsi sulle montagne russe. Non c’è nemmeno un momento in cui questo piccolo e prezioso documentario di Reinhard Jud ci annoia o perde di mordente. Il regista ha saputo cogliere appieno ciò che interessa al pubblico e ha riportato tutto sul grande schermo in modo onesto ed esaustivo. Los Angeles è lontana migliaia di chilometri, ma tutti noi, dopo la visione di James Ellroy: Demon Dog of American Crime Fiction abbiamo quasi l’impressione di conoscerla da sempre.
Titolo originale: James Ellroy: Demon Dog of American Crime Fiction
Regia: Reinhard Jud
Paese/anno: Austria / 1993
Durata: 93’
Genere: documentario
Sceneggiatura: Reinhard Jud, Wolfgang Lehner
Fotografia: Wolfgang Lehner
Produzione: Fischer Film Produktion