Attraverso numerosi filmati analogici realizzati nel corso degli anni e grazie anche a un copioso uso di filmati di repertorio e documenti, Past Futures si presenta come un documentario sentito e sincero e colpisce immediatamente per l’approccio registico fortemente contemplativo adottato.
Make/Real è una delle tante possibili declinazioni del cinema che senza la storia del cinema non avrebbe potuto esistere. Un inno alla settima arte, ma anche alla modernità e a tutto ciò che un futuro prossimo potrebbe offrirci.
Alpenland è una fotografia che rischia di diventare sempre più sbiadita. Un coro di testimonianze che, tutte insieme, rimpiangono un passato recente e temono fortemente un futuro prossimo.
“Bloch-Ziehen” im Burgenland è una piccola perla del cinema austriaco, che, oltre a mostrarci una tradizione al giorno d’oggi sconosciuta ai più, si fa perfetta rappresentante di un’epoca a dir poco insolita e straniante.
La famiglia Gierke è a tutti gli effetti la famiglia che maggiormente ha contribuito alla diffusione del cinema in Stiria. Con grande curiosità e passione, Oskar Gierke è riuscito a creare un vero e proprio impero, facendo sì che la gente del posto potesse beneficiare appieno di questa nuova, magica invenzione.
Quando pensiamo a un nome come Max Reinhardt, inevitabilmente facciamo riferimento a una delle figure di maggior importanza per quanto riguarda il panorama culturale austriaco e mondiale del secolo scorso. Grazie a lui, importanti innovazioni sia dal punto di vista della messa in scena, sia, appunto, per quanto riguarda la valorizzazione degli attori e il loro diretto rapporto con il pubblico vengono adottate ancora oggi.
In Three Farmers and a Son tre generazioni si incontrano, si scontrano, collaborano e creano, nell’insieme, una bellissima armonia. Sigmund Steiner, dal canto suo, ha saputo cogliere con sensibilità e intelligenza ogni singolo aspetto della vita dei contadini e del particolare legame con la terra, aprendo un discorso ben più ampio e complesso.
Die kluge Marianne una commedia degli equivoci elegante e divertente, una storia che oggi potrebbe sembrare anacronistica, ma, al contempo, una vera e propria dichiarazione d’amore alle donne. Un film che, anche a distanza di molti anni dalla sua realizzazione, è perfettamente in grado di riempire i cuori degli spettatori di gioia e ottimismo.
Questioni morali estremamente complesse portano a galla segreti e rancori, dando adito, al contempo, a impietose vendette. Side Effects & Risks mette in scena tutto ciò in modo mai banale e scontato (grazie anche – e soprattutto – alla pièce teatrale di Stefan Vögel a cui è ispirato), rivelandosi un film profondo e divertente allo stesso tempo, che, tuttavia, proprio per il particolare approccio registico adottato, sembrerebbe, appunto, più adatto a una programmazione televisiva.
In Heldenkanzler viene osservata da vicino l’inquietante figura di Engelbert Dollfuss, la cui voce fuoricampo ci racconta gli ultimi anni della sua vita. Disegni bidimensionali, un costante bianco e nero solo saltuariamente “contaminato” dal rosso della bandiera nazionalsocialista o di pochi altri particolari delle scenografie rappresentano alla perfezione la cupezza degli anni Trenta.