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di Friederike Pezold
voto: 8
In Revolution der Augen Friederike Pezold ha optato per il silenzio totale. Un silenzio necessario a riprendere contatto con noi stessi e a imparare a osservare ciò che ci circonda. Un silenzio che in modo deciso, rivoluzionario, si contrappone alla confusione, alla bulimia di immagini che viviamo ogni giorno. Alla Diagonale’22.
La rieducazione dello sguardo
La regista Friederike Pezold ha sempre messo al centro del discorso nei suoi film l’atto del guardare. Ha fatto ciò già dalla fine degli anni Sessanta, quando ha iniziato a realizzare le sue prime opere fortemente concettuali e sperimentali. Come poteva, dunque, la cineasta, restare indifferente a ciò che è divenuto oggi lo stesso atto del guardare? Con un’overdose di immagini (molte delle quali di pessima qualità) oggi non si osservano più le cose rispetto a come eravamo abituati a fare diversi anni fa. E così, dunque, anche la Pezold ha voluto dire la sua in merito, realizzando il lungometraggio Revolution der Augen, presentato in anteprima in occasione della Diagonale’22 all’interno della sezione Innovatives Kino.
Tante, tantissime immagini colpiscono lo sguardo umano e il cervello. Immagini-spazzatura ci forniscono una serie di informazioni sbagliate, ci confondono, fanno in modo che il nostro stesso intelletto non funzioni più come dovrebbe. Con l’avvento di internet e del digitale tale fenomeno – iniziato già da molto tempo – si è ulteriormente diffuso. Che fare, dunque? Restare semplicemente a guardare o prendersi finalmente una pausa da tutto, al fine di ritrovare la calma e la tranquillità necessarie a cogliere la vera essenza delle cose e delle immagini?
Friederike Pezold non ha dubbi in merito. Ciò che è assolutamente urgente è una vera e propria rivoluzione delle immagini e dello sguardo. Revolution der Augen. Al fine di esporre le sue teorie, dunque, la regista si è affidata esclusivamente all’analogico, realizzando una serie di animazioni che ben illustrano l’attuale stato delle cose e una possibile soluzione. Disegni bidimensionali. Didascalie che ci descrivono ciò che sta accadendo e ciò che potrebbe accadere. Tante frecce seguono diverse traiettorie per poi colpire, tutte insieme, il cervello umano. La televisione, da sempre colpevole di aver dato inizio a questo processo malsano, fa spesso da protagonista assoluta.
In Revolution der Augen Friederike Pezold ha optato per il silenzio totale. Un silenzio necessario a riprendere contatto con noi stessi e a imparare a osservare ciò che ci circonda. Un silenzio che in modo deciso, rivoluzionario, si contrappone alla confusione, alla bulimia di immagini che viviamo ogni giorno. Un silenzio “urlato”, arrabbiato, estremamente deciso a combattere ciò che le comunicazioni odierne sono diventate. Revolution der Augen punta all’essenziale, esattamente come le stesse animazioni realizzate dalla regista, che finisce per rivolgersi direttamente alle nuove tecnologie in un messaggio le cui lettere compaiono una per una, lentamente, sullo schermo. I concetti si ripetono, ma non sono mai ridondanti. Allo stesso modo, la cineasta cita alcune sue opere passate. Di Toilette (1979) riconosciamo immediatamente il volto della Pezold e i dettagli di volta in volta filmati. Quando entrano in gioco, infine, le telecamere di sorveglianza, ecco che ripensiamo immediatamente a Canale Grande (1983).
Revolution der Augen è un film attuale, estremamente necessario, il cui silenzio si fa immediatamente linguaggio universale. Secondo la regista, in futuro ognuno di noi rifiuterà categoricamente ciò che ogni giorno viene presentato davanti ai nostri occhi. Solo il tempo, però, saprà darci una risposta.
Titolo originale: Revolution der Augen
Regia: Friederike Pezold
Paese/anno: Austria / 2022
Durata: 75’
Genere: sperimentale, animazione
Sceneggiatura: Friederike Pezold
Fotografia: Friederike Pezold
Produzione: Friederike Pezold