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SONNE

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di Kurdwin Ayub

voto: 8

Non ha paura Kurdwin Ayub di osare e di sperimentare nuovi linguaggi cinematografici. Questo, d’altronde, è ciò che ha sempre fatto anche nelle sue precedenti opere. In Sonne, dunque, la regista si sente finalmente libera anche di sviluppare e approfondire tematiche a lei vicine secondo la prospettiva di adolescenti che vivono in una grande capitale europea, ma le cui origini sono sparse in tutto il mondo. Cosa significa, dunque, il concetto di patria? Alla Berlinale 2022.

Tre ragazze talentuose

Tra i nomi più promettenti del cinema austriaco contemporaneo v’è indubbiamente la giovane regista Kurdwin Ayub. Dopo una serie di cortometraggi, documentari e videoclip, infatti, la cineasta di origini irachene ha finalmente realizzato il suo primo lungometraggio di finzione. Un lungometraggio coraggioso, frizzante ed estremamente personale che colpisce innanzitutto per il suo stile innovativo e per il suo approccio registico fresco e dinamico. Si tratta, appunto, di Sonne, presentato in anteprima mondiale alla Berlinale 2022 – all’interno della sezione Encounters – e che aprirà la Diagonale’22.

Tutto prende il via, dunque, da un trio di inseparabili amiche: Yesmin (impersonata da Melina Benli) è curda e da sempre solita indossare il velo, Bella (Law Wallner) è per metà jugoslava, mentre Nati (Maya Wopienka) afferma di “venire dall’Austria”. Un giorno, per gioco, le tre ragazze registrano con il cellulare un video musicale in cui tutte e tre indossano il burqa e intonano il brano dei R. E. M. Losing my Religion. Inaspettatamente tale video diviene virale su Youtube, le ragazze iniziano a diventare popolari e vengono invitate a numerose feste della comunità musulmana, spesso accompagnate dal padre di Yesmin (impersonato da Omar Ayub, padre della regista), che fin da subito ha apprezzato la loro esibizione. In seguito a questo improvviso successo, tuttavia, le tre amiche avranno reazioni molto diverse tra loro: mentre Bella e Nati inizieranno a sentirsi sempre più vicine alla causa patriottica curda, Yesmin inizierà pian piano ad allontanarsi da loro.

Vivace, colorato, estremamente vivo, Sonne rappresenta indubbiamente un esordio folgorante. Kurdwin Ayub, dal canto suo, ha messo in scena in un lungometraggio di finzione temi per lei molto personali, che già aveva avuto modo di affrontare nel suo precedente documentario Paradies! Paradies! e qui vede nella sensibile Yesmin quasi il suo alter ego. Yesmin è una ragazza responsabile e molto legata alla sua famiglia e alle sue tradizioni. Suo padre è un uomo dalla mente aperta che le ha sempre concesso molte libertà. Eppure, in qualche modo, la ragazza inizia a sentirsi a disagio nel momento in cui alcuni suoi amici le dicono come dovrebbe comportarsi una donna e Nati e Bella, al contempo, sembrano volersi avvicinare a una causa che non conoscono realmente, quasi come se volessero a tutti i costi cercare una propria identità in qualcosa di “nuovo” per loro.

La vita reale e i social media diventano, dunque, immediatamente due mondi paralleli, facendo in modo che anche le vite delle protagoniste stesse possano “sdoppiarsi”. Allo stesso modo, l’approccio registico di Kurdwin Ayub alterna sapientemente riprese con il cellulare a scene dal quotidiano delle tre ragazze, rivelando una grande padronanza del mezzo cinematografico, una spiccata sensibilità e una straordinaria vicinanza ai personaggi da lei raccontati.

Non ha paura Kurdwin Ayub di osare e di sperimentare nuovi linguaggi cinematografici. Questo, d’altronde, è ciò che ha sempre fatto anche nelle sue precedenti opere. In Sonne, dunque, la regista si sente finalmente libera anche di sviluppare e approfondire tematiche a lei vicine secondo la prospettiva di adolescenti che vivono in una grande capitale europea, ma le cui origini sono sparse in tutto il mondo. Cosa significa, dunque, il concetto di patria? Tale domanda è molto più complessa di quanto possa inizialmente sembrare e Kurdwin Ayub non vuole dare a tutti i costi una risposta definitiva in merito, ma ci fa capire in modo diretto e intelligente che, per conoscere davvero una realtà, spesso bisogna viverla personalmente e che non basta un velo a caratterizzare una persona e la sua storia. Gli intensi primi piani sul volto malinconico di Yesmin parlano da sé.

Titolo originale: Sonne
Regia: Kurdwin Ayub
Paese/anno: Austria / 2022
Durata: 87’
Genere: coming-of-age
Cast: Melina Benli, Law Wallner, Maya Wopienka, Omar Ayub, Marlene Hauser
Sceneggiatura: Kurdwin Ayub
Fotografia: Enzo Brandner
Produzione: Ulrich Seidl Filmproduktion

Info: la scheda di Sonne sul sito della Berlinale; la scheda di Sonne sul sito della Austrian Film Commission; la scheda di Sonne su iMDb; la scheda di Sonne sul sito di Kurdwin Ayub