Diviso in tre episodi, Antares si presenta come un complesso e stratificato affresco della società contemporanea. Tre storie, tre differenti stili di vita, un’unica ambientazione. Antares non ci racconta soltanto amori impossibili, amori disperati, amori tormentati e amori clandestini. Antares mette in scena l’Amore come utopia, un costante, disperato bisogno di amore che, spesso, genera anche un profondo senso di solitudine.
The Woman who turned into a Castle è un variopinto e spiazzante viaggio nella mente della sua protagonista: una donna non più giovane che improvvisamente si sente come una ragazzina. Il mondo intorno a lei inizia ad assumere le forme più disparate. E al fine di mettere in scena questo bizzarro mondo, Kathrin Steinbacher si è ispirata ai grandi artisti del passato.
Il Ministero della Cultura ha deciso di premiare e sostenere per la prima volta alcune sale cinematografiche austriache. La consegna dei premi era stata già annunciata in primavera e finalmente, nella serata di lunedì 20 settembre, presso l’Urania Kino di Vienna, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione degli Österreichische Kinopreise 2021.
Nei documentari realizzati durante la Prima Guerra Mondiale erano proprio la macchina da presa e il montaggio a decidere cosa andava mostrato allo spettatore, quali immagini dal fronte potessero rendere al meglio l’idea della guerra e impressionare il pubblico, trasmettendo, al contempo, l’immagine di un’Austria vittoriosa.
Oggi, al di fuori dell’Austria, sono in pochi a ricordarsi di Trude Marlen, se non in qualità di seconda moglie dell’attore Wolf Albach-Retty, padre di Romy Schneider. Eppure grazie alla sua versatilità e alla capacità di rapportarsi a ruoli di ogni genere, l’attrice è stata per molto tempo considerata una delle più importanti interpreti degli anni Trenta e Quaranta.
La fascinazione nei confronti della settima arte viene trasmessa in tutta la sua potenza, in Kundgebung für Kaiser Franz Joseph vor dem Brigittenauer Kino anlässlich seines Geburtstages. E benché il cinematografo fosse stato inventato già da diversi anni ormai, la cosa stava a rappresentare ancora, in Austria, un evento del tutto straordinario.
In Looking for Oum Kulthum Shirin Neshat si perde nelle sue riflessioni, mette i tormenti interiori della protagonista al centro dell’attenzione e fa sì che proprio il personaggio di Oum Kulthum passi inevitabilmente in secondo piano. Alla 74° Mostra del Cinema di Venezia – sezione Giornate degli Autori.
Episodio si distingue innanzitutto per una messa in scena particolarmente elegante. Una grazia stilistica che si rivela perfettamente in linea con una storia garbata, ma coraggiosa allo stesso tempo, che lascia immediatamente intuire la lungimiranza dello stesso Walter Reisch. Coppa Volpi per Paula Wessely alla Mostra del Cinema di Venezia 1935.
Grande assente alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Ulrich Seidl è un regista da cui ci si aspetta molto. Persino quando si tratta di vedere uno dei suoi primi film. E infatti, anche nel caso di Der Ball – realizzato nel 1982 – il grottesco e il ridicolo che si evincono dalle immagini che ci vengono mostrate divengono immediatamente i protagonisti assoluti.
Nel corso della sua lunga e prolifica carriera Luise Ullrich ha avuto modo di interpretare principalmente donne fragili, vulnerabili, madri amorevoli e mogli costantemente in attesa del ritorno dei propri mariti dalla guerra. Ma l’attrice, di fatto, si è sempre distinta innanzitutto per la sua versatilità e per la sua poliedricità. Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia 1941 per Annelie di Josef von Báky.