Il documentario Auf der Donau zwischen Wien und Budapest, prodotto nel 1912 dalla Welt-Film e della durata di poco meno di due minuti, sta a sottolineare importanti differenze di classe – e di stile di vita – che si riscontrano soprattutto nelle campagne e nei piccoli centri.
Apfelmus pone numerose e complesse questioni, eppure, al contempo, si distingue per la sua leggerezza, per la sua spensieratezza, per la sua semplicità. Diviso in quattro parti – con altrettante inquadrature – questo piccolo e delicato cortometraggio di Alexander Gratzer si distingue per un’estetica minimalista con disegni bidimensionali dai colori pastello che tanto stanno a ricordarci il cinema d’animazione francese.
Rispetto a La Famiglia Trapp si ha quasi l’impressione che La Famiglia Trapp in America viaggi quasi con il pilota automatico. Ciò che ha avuto successo nel primo film viene qui riproposto quasi fedelmente. La musica emoziona, ma non quanto dovrebbe e, allo stesso modo, i numerosi flashback che rimandano al lungometraggio del 1956 risultano eccessivamente posticci.
Anche se l’approccio registico del documentario Bad am Gänsehäufel a tratti ci sembra piuttosto elementare, con un uso prevalente di camera fissa, non possiamo non notare anche alcune piccole e interessanti intuizioni.
Una grande malinconia e un profondo senso di solitudine pervadono Whores’ Glory. Un documentario corale, variopinto, ma anche incredibilmente toccante e desolante. Non una, ma tante storie che soltanto lo sguardo attento e sensibile di Michael Glawogger avrebbe potuto raccontare così bene.
Un maestro del genere noir, il grande Edgar G. Ulmer. Eppure, il regista non è ricordato soltanto per questa sua peculiarità. Spesso costretto a girare film con budget molto bassi, Ulmer era solito ultimare le riprese in pochissimi giorni. Ciò, tuttavia, non influenzò mai la buona qualità dei suoi film, dove tutto era studiato fin nel minimo dettaglio.
Grazie al regista Willi Forst i gloriosi Wiener Film sono stati apprezzati in tutto il mondo. Grazie a lui, possiamo ancora oggi ridere, commuoverci e sognare davanti a una tenera storia d’amore nella magica città di Vienna.
Cinema e pittura coesistono in armonia in His Bag. Peter Patzak si palesa davanti alla macchina da presa e diviene attore principale. Tutto ciò che lui vede diviene materiale prezioso e fondamentale. E così questo piccolo e prezioso cortometraggio si presenta immediatamente come una vera e propria dichiarazione d’amore all’arte in tutte le sue forme.
In But Beautiful si parte da un discorso più attuale che mai: il rispetto dell’ambiente, la condizione delle donne e l’urgente bisogno di ritrovare sé stessi in un mondo in cui i contatti interpersonali sembrano voler diventare sempre più superficiali, dal momento che tendiamo tutti a diventare sempre più individualisti. Vincitore del Premio del Pubblico agli Österreichischer Filmpreis 2021.
La Famiglia Trapp, pur soffrendo a causa di un remake eccessivamente famoso, spettacolare e quasi “ingombrante”, presenta indubbiamente una personalità ben definita. E pur avendo – come è naturale che sia – molte somiglianze con Tutti insieme appassionatamente (soprattutto per quanto riguarda alcuni dialoghi) si rivela un piccolo gioiello da scoprire.