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HANS HURCH – UNA VITA PER IL CINEMA

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A breve prenderà il via la tanto attesa Viennale 2019, al giorno d’oggi il festival cinematografico non competitivo più importante di tutta l’Austria. E se, oggi come oggi, la città di Vienna può vantare il prestigio di questo piccolo grande festival tanto amato da tutti i viennesi (e non solo) il merito è anche di Hans Hurch, storico direttore artistico, che ha ricoperto la sua carica dal 1997 fino alla sua improvvisa scomparsa, nel 2017. Ma chi era, di fatto, Hans Hurch?

La cultura. Il cinema. La sua Vienna.

A breve prenderà il via la tanto attesa Viennale 2019, al giorno d’oggi il festival cinematografico non competitivo più importante di tutta l’Austria. Una manifestazione, la presente, che, nel corso degli anni, ha assunto man mano sempre più rilevanza a livello nazionale e internazionale. E se, oggi come oggi, la città di Vienna può vantare il prestigio di questo piccolo grande festival tanto amato da tutti i viennesi (e non solo) il merito è anche di Hans Hurch, storico direttore artistico, che ha ricoperto con passione e impegno la sua carica dal 1997 fino alla sua improvvisa scomparsa, avvenuta a Roma il 23 luglio 2017, a soli 64 anni. Ed ecco che, a volgere lo sguardo indietro, non si può iniziare un’edizione della Viennale senza fare prima alcune riflessioni su una figura che tanta importanza ha avuto per la Viennale stessa. Ma chi era, di fatto, Hans Hurch?

Accadeva che nell’estate 2018, il regista Gastón Solnicki presentava fuori concorso alla 75° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia il sentito documentario Introduzione all’Oscuro, dedicato, appunto, proprio all’amico Hans Hurch, scomparso poco più di un anno prima. Particolarmente d’impatto, nella pellicola, l’attenzione dedicata a piccoli oggetti e dettagli riguardanti la vita privata dello stesso Hurch, alle sue metodiche abitudini quotidiane e, soprattutto, a quell’aura di mistero e riservatezza che, al di fuori dei momenti lavorativi, ha sempre caratterizzato le sue giornate. E così, grazie allo sguardo attento e affettuoso di Solnicki, anche chi non aveva mai avuto modo di osservare da vicino il grande storico del cinema, ha imparato, a suo modo, a conoscerlo. Almeno un po’.

Nato il 18 dicembre 1952 a Schärding, Hans Hurch inizia ad appassionarsi sin da giovanissimo alla settima arte, grazie a un’assidua frequentazione del cinema Rex e del cinema Froschauer, situati nella sua piccola cittadina d’origine. È stato in queste piccole salette buie che il giovane Hans ha per la prima volta scoperto i cortometraggi di Charlie Chaplin e di Buster Keaton, così come ha iniziato a conoscere i giovani registi della Nouvelle Vague, ai quali, nel corso della sua lunga e prolifica carriera, ha dedicato anche parecchie personali. Purtroppo però, come spesso accade, qualche anno dopo queste sale hanno chiuso e così il giovane Hans ha iniziato a frequentare il circolo del cinema di Passau, imparando a conoscere da vicino le più importanti opere della storia del cinema.

La sua carriera nel mondo della settima arte ha finalmente avuto inizio nel 1976, anno in cui Hans Hurch – dopo aver studiato storia dell’arte, filosofia e archeologia e, in seguito, anche psicologia e sociologia presso l’Università di Vienna – ha iniziato a collaborare con il quotidiano Falter, di cui, successivamente, diventerà anche il direttore. Non passò molto tempo fino a quando iniziò a organizzare, dunque, le sue prime retrospettive per piccoli festival quali la Wiener Festwoche e il Danube Festival.

Una strada in salita, dunque, per una carriera che ha visto, nel corso degli anni, anche una frequente collaborazione in qualità di assistente alla regia con i cineasti Jean-Marie Straub e Danièle Huillet per La Morte di Empedocle (1987), Schwarze Sünde (1989) e Antigone (1992). Con loro resterà amico per tutta la vita, così come è stato per tutti gli altri suoi collaboratori incontrati nel corso della vita, grazie al suo carattere cordiale, pacato e sempre amichevole.

Oltre, dunque, alla regia di documentari come Now and all Time e Ins Empty (entrambi 1993), realizzati in collaborazione con Astrid Johanna Ofner, sua compagna di lunga data, Hans Hurch si è fatto ricordare in particolare anche per aver curato, dal 1993 al 1996, la manifestazione Hundertjahrekino, ossia “i cento anni di cinema”, per una serie di eventi, proiezioni di film sperimentali realizzati per l’occasione e retrospettive organizzati al fine di celebrare i cento anni della settima arte.

E così, dunque, finalmente, Hans Hurch è approdato, nel 1997, alla direzione della Viennale, che grazie a lui ha avuto modo di crescere parecchio. Basti pensare anche solo che la grande sala del Gartenbaukino (contenente ben 700 posti) è stata “salvata” da una prossima e certa chiusura, così come è stato per il Metrokino, nel cuore della città, senza parlare delle numerose proiezioni organizzate tutto l’anno nella suggestiva location dell’Augarten (grande parco situato nel secondo distretto in cui ha sede il Filmarchiv Austria). Anche grazie a lui, dunque, la Viennale è diventata oggi quello che è: un grande festival della durata di ben due settimane all’interno del quale è possibile visionare pellicole estremamente ricercate provenienti dal mondo intero, in grado di coinvolgere i viennesi (e non solo) di tutte le età.

Per questo suo encomiabile impegno, Hans Hurch è stato insignito nel 2003 della Gran Decorazione d’Onore in Argento della Città di Vienna e ancora oggi viene ricordato come una delle personalità più rilevanti della città per quanto riguarda il mondo della settima arte. Proverbiale, a tal proposito, il suo carattere conviviale, la sua grande cultura, il suo costante desiderio di scoprire nuovi nomi e nuovi talenti e la sua forte dedizione per quel lavoro che tanto amava.

Una figura, la sua, che Gastón Solnicki ha saputo raccontarci così bene nel suo documentario, facendoci sentire parte delle sue abitudini quotidiane, delle sue pause presso il Café Engländer (situato proprio di fronte casa sua), della sua passione per i pianoforti Bösendorfer e della sua abitudine di scrivere sempre tutto a mano. Questo era Hans Hurch. E anche ora che sta per iniziare una nuova edizione della Viennale senza di lui, di certo si fa sentire ancora viva e pulsante la sua presenza al festival. Chi ha avuto modo di conoscerlo, di lavorare con lui o anche solo di fare un salto all’ormai storica manifestazione cinematografica, di certo non lo dimenticherà.

Info: la scheda di Hans Hurch su iMDb