Sono gli spazi i grandi protagonisti di Ralf’s Colors, diretto da Lukas Marxt. Gli spazi ampi, che quasi stanno a trasmettere uno strano senso di agorafobia, insieme alla loro suggestiva bellezza. Spazi aperti e natura incontaminata che, di quando in quando, si alternano – in contrapposizione – a immagini di alti edifici, ripresi dalla macchina da presa del regista quasi a mo’ di una simmetrica composizione astratta. Alla Viennale 2019.
Corpi sinuosi, insieme a intensi primi piani, diventano i grandi protagonisti di Die Warschauer Zitadelle (realizzato nel 1930 da Louise Kolm-Fleck e Jakob Fleck), il quale, a sua volta, distinguendosi soprattutto per la sua eleganza stilistica, per fluenti movimenti della macchina da presa e, non per ultimo, per uno script impeccabile, romantico e crudo allo stesso tempo e per nulla scontato, si classifica come uno dei prodotti più maturi della coppia. Alla Viennale 2019, all’interno della retrospettiva dedicata a Louise Kolm-Fleck.
Österreichisch-deutsche Motorbootfahrt auf der Elbe (tradotto letteralmente: “regata austro-tedesca lungo l’Elba”), realizzato nel 1911, vede in apertura l’immagine di un uomo intento a filmare l’evento con la sua macchina da presa posta su di un cavalletto, per uno dei primi esempi di metacinema. Alla Viennale 2019, all’interno della retrospettiva dedicata a Louise Kolm-Fleck.
In Bora – Stories of a Wind, il regista Bernhard Pötscher ha optato per un approccio registico del tutto semplice e lineare, privo di ogni superfluo virtuosismo, lasciando semplicemente che fosse il mondo presentatosi davanti ai propri occhi (e davanti all’obiettivo della sua macchina da presa) a parlargli e a mostrarsi così com’è. Alla Viennale 2019.
In Das Recht auf Liebe (tradotto letteralmente: “il diritto di amare”) i coniugi Fleck trattano lo spinoso tema dell’impotenza maschile, per un lungometraggio che vede una regia decisamente più matura e consapevole rispetto ai precedenti lavori della coppia. Alla Viennale 2019, all’interno della retrospettiva dedicata a Louise Kolm-Fleck.
Ein Tag aus dem Familienleben des Erzherzog Leopold Salvator (tradotto letteralmente: “un giorno della vita privata del duca Leopold Salvator insieme alla sua famiglia”), realizzato nel 1913, malgrado una regia assai rudimentale per l’epoca, ci appare tutto sommato simpatico e gradevole, ma anche ironico e autoironico, nella sua semplicità e nella sua ingenuità. Alla Viennale 2019, all’interno della rassegna dedicata a Louise Kolm-Fleck.
Moments of Resistance di Jo Schmeiser sta a rappresentare un variopinto collage tutto al femminile, all’interno del quale passato e presente si incontrano, per un ciclico ripetersi della storia che, purtroppo e malgrado la caparbietà di determinati attivisti, sembra non avere mai fine. Alla Viennale 2019.
Un dramma, il presente Doctor Schäfer, che non ha paura di tirare in ballo argomenti tabù, prendendo precise posizioni in merito e puntando il dito – come spesso accadeva nei lungometraggi dei coniugi Fleck – contro una società bigotta e conservatrice, decisamente chiusa nei confronti di nuove prospettive. Alla Viennale 2019, all’interno della retrospettiva dedicata a Louise Kolm-Fleck.
Typen und Szenen aus dem Wiener Volksleben (tradotto letteralmente: “personaggi e scene dalla vita cittadina viennese”) è tra i primi prodotti realizzati in patria. Pur con le proprie ingenuità registiche, ha assunto un carattere ibrido, a metà strada tra il cinema del reale e quello puramente di finzione. Alla Viennale 2019, all’interno della retrospettiva dedicata a Louise Kolm-Fleck.
In Crucified Girl Louise Kolm-Fleck e Jakob Fleck hanno messo in scena la tragedia personale di una giovane donna in modo delicato e del tutto soggettivo, in modo da porsi in modo sì empatico con ciò che si stava raccontando, ma anche da poter mantenere il giusto distacco e la giusta lucidità nel rappresentare una situazione tanto drammatica che soltanto in pochi, all’epoca, potevano capire realmente. Alla Viennale 2019.