Se il primo film austriaco della storia – Von Stufe zu Stufe di Heinz Hanus – risale proprio al 1908, bisogna dire che, già da un paio d’anni, esisteva in Austria una casa di produzione, la Saturn-Film, fondata dal fotografo Johann Schwarzer e specializzata esclusivamente nella produzione di cortometraggi a carattere erotico. Dei lavori qui prodotti fa parte l presente The vain Housemaid.
Die Verwundbaren – film scandalo più unico che raro nella storia del cinema austriaco – è l’unica esperienza da regista del pittore, scenografo e costumista Leo Tichat, da sempre affascinato dalla Nouvelle Vague, al punto da voler realizzare un lungometraggio che si rifacesse in tutto e per tutto ai canoni della rivoluzionaria corrente cinematografica francese.
Se già Baroque Statues – primo cortometraggio della pittrice austriaca Maria Lassnig – si era rivelato un prodotto particolarmente valido, Iris, il suo lavoro successivo, realizzato nel 1971, si classifica come naturale completamento della precedente opera, nonché perfetta summa della poetica stessa dell’artista.
La scena in cui gli attori Hans Moser e Paul Hörbiger, vestiti da fattorini, sono alle prese con il trasporto di alcuni bagagli pesanti, di cui fa parte anche un’enorme cassa di legno è, al giorno d’oggi, considerata uno degli sketch più famosi nella storia del cinema austriaco. La presente è una delle scene clou della commedia Hallo Dienstmann, diretta da Franz Antel nel 1951.
Georg Wilhelm Pabst non lavorò pressoché mai in Austria. Eppure, le influenze della sua patria d’origine si sono sempre fatte sentire forti e chiare all’interno della sua poetica, in modo particolare per quanto riguarda il suo essere sfacciatamente spregiudicata, costantemente in bilico tra il desiderio di rinnovarsi e il forte decadentismo, vero e proprio marchio di fabbrica di gran parte della produzione culturale austriaca.
Il cabaret in Austria è un’arte molto più diffusa di quanto si pensi, nata con precise finalità politiche e sociali, la quale, ancora al giorno d’oggi, continua ad avere una forte rilevanza su tutto il territorio nazionale, oltre a influenzare, a suo modo, anche la settima arte stessa. Ma, di fatto, quando nasce di preciso il cabaret in Austria?
Il tema del mutamento climatico è, da ormai diversi anni, diventato una questione piuttosto urgente. E il cinema, dal canto suo, cosa fa? Grande testimone dei nostri tempi, anche la settima arte ha spesso e volentieri detto la sua in merito. Un esempio è rappresentato dal lungometraggio Ghiacciaio di Sangue – realizzato da Marvin Kren nel 2013 – rilettura/omaggio al ben più noto La Cosa di John Carpenter nel 1982. Un’operazione, la presente, tuttavia molto rischiosa.
Se VALIE EXPORT (al secolo Waltraud Lehner) con le sue fotografie, le sue installazioni e le sue videoinstallazioni è diventata, dagli anni Settanta, famosa nel mondo intero, non doveva passare molto tempo prima del suo debutto nell’ambito della settima arte. Invisible Adversaries, realizzato nel 1976, è, dunque, il suo primo lungometraggio, in cui appaiono, evidenti, numerose contaminazioni con altre forme d’arte.
Superworld – opera seconda dell’attore e regista Karl Markovics – mette in scena una vera e propria esperienza mistica, insieme alla riscoperta di un rapporto d’amore considerato, ormai da troppi anni, irrimediabilmente spento. Eppure, malgrado gli argomenti trattati, Markovics non vuole assolutamente esporre determinate tesi in merito, lasciando allo spettatore una grande libertà di interpretazione.
Nella giornata di lunedì 2 settembre è stato assegnato – nel corso della 76° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia – il Leone d’Oro alla Carriera a Julie Andrews. E se pensiamo a un lungometraggio diventato ormai cult per cui associamo la figura di Julie Andrews all’Austria, esso è il mitico Tutti insieme appassionatamente, realizzato nel 1965 da Robert Wise. Una storia, la presente, ispirata a personaggi realmente esistiti. Ma chi era, in realtà, la famiglia von Trapp?