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di Ron Howard
Il Niki Lauda messo in scena da Ron Howard in Rush – è un Niki Lauda talmente forte e determinato nel perseguire le sue passioni da superare ogni qualsivoglia difficoltà: dal quelle prettamente fisiche (straordinario il suo recupero, malgrado le gravi ustioni riportate in seguito all’incidente, dopo soli trentatré giorni di degenza in ospedale), fino a quelle a carattere personale.
Un uomo di nome Niki
Un personaggio che non poteva passare inosservato, Niki Lauda. Una figura, la sua, che, distintasi per i successi in ambito automobilistico, viene ricordata principalmente per la sua tenacia, per il suo atteggiamento volitivo, in grado di superare anche le difficoltà più impensabili, pur di rimettersi in pista. Lo ha notato, a suo tempo, anche il regista statunitense Ron Howard, quando, nel 2013, ha realizzato l’ottimo Rush, incentrato proprio sulla vita del noto pilota austriaco e, nello specifico, sulla sua rivalità/amicizia con il collega britannico James Hunt.
Tra i cineasti maggiormente apprezzati nell’ambito delle grandi produzioni cinematografiche mainstream, Howard è riuscito a dar vita a un prodotto popolare e di alta qualità, in cui le scene adrenaliniche riguardanti le corse automobilistiche ben si bilanciano con i momenti che ci mostrano l’ambivalente – ma estremamente genuino – rapporto tra i due protagonisti.
Tutto ha inizio nel 1970, anno in cui i due giovani piloti (impersonati da Chris Hemsworth e da un somigliantissimo Daniel Brühl) fanno la conoscenza nell’ambito della Formula 3 e sin da subito si scontrano, dati i differenti approcci adottati. Tale burrascoso e controverso rapporto continuerà sino al loro approdo in Formula 1, dalle competizioni tra Ferrari (pilotata da Lauda) e McLaren (l’automobile di Hunt), fino al terribile incidente che ha visto coinvolta la macchina di Niki Lauda – durante il Gran Premio di Germania – nell’agosto del 1976.
Rush, dunque, mette in scena proprio questo: un rapporto sincero e ambivalente, dove è lo spirito sportivo nella sua accezione più nobile a fare da protagonista, e in cui, su tutto, è la forte personalità di Lauda a essere messa particolarmente in risalto. Il Niki Lauda messo in scena da Ron Howard – a cui è stato anche assegnato il compito da fare da voce narrante – è un Niki Lauda talmente forte e determinato nel perseguire le sue passioni da soprassedere su ogni qualsivoglia difficoltà: dal quelle prettamente fisiche (straordinario il suo recupero, malgrado le gravi ustioni riportate in seguito all’incidente, dopo soli trentatré giorni di degenza in ospedale), fino a quelle a carattere personale.
Il regista, dal canto suo, pur rispecchiando appieno i canoni del prodotto cinematografico mainstream di genere sportivo, è riuscito a dar vita a qualcosa di nuovo e con una ben marcata personalità, evitando sapientemente ogni qualsivoglia cliché a cui lavori del genere sono soggetti, rendendo il suo Rush un prodotto altamente godibile, in cui, seppure, a tratti, il ritratto dei due sportivi possa risultare alquanto “sbilanciato” (data la particolare attenzione allo stesso personaggio di Lauda), ciò che ne viene fuori è il sincero ritratto di un’amicizia unica.
Non stupisce, dunque, che una figura del calibro di Niki Lauda possa aver destato l’attenzione, a distanza così ravvicinata, di diversi cineasti di tutto il mondo (a lui è dedicato, ad esempio, anche l’interessante documentario Lauda – The Untold Story, per la regia dell’austriaco Hannes Michael Schalle). Persino chi non è appassionato di Formula 1 conosce benissimo questo coraggioso pilota, divenuto, in seguito, anche imprenditore di successo, fondando dapprima la compagnia aerea Lauda Air e, successivamente, la low cost Fly Niki (impossibile non ricordare, per chiunque abbia avuto modo di volare con tale compagnia, il video messaggio di benvenuto in cui era lo stesso Niki Lauda ad augurare un buon volo ai passeggeri). E se, di fatto, appare assai riduttivo fare rifermento alla sua persona soltanto a causa del terribile incidente automobilistico che lo ha visto coinvolto, è anche vero che il suo volto così particolare – ma sempre sorridente – che presentava i chiari segni delle ustioni subite, stava proprio a indicare la sua straordinaria capacità di rialzarsi dopo ogni difficoltà.
In poche parole, uno sportivo nella più ampia accezione del termine, che, nel corso della sua brillante carriera, non ha avuto paura nemmeno di denunciare, quando necessario, le ambiguità di un ambiente come quello in cui era solito gareggiare. Una persona pulita e onesta che è riuscita a entrare nel cuore di tutti. Ed è proprio questo ciò che Ron Howard in Rush è riuscito a fotografare alla perfezione, per un riuscito mix tra riproduzione dei fatti ed emotività.
Titolo originale: Rush
Regia: Ron Howard
Paese/anno: USA / 2013
Durata: 123’
Genere: biografico, sportivo
Cast: Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, David Calder, Natalie Dormer
Sceneggiatura: Peter Morgan
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Produzione: Working Title Films, Imagine Entertainment
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 19/09/2013