Im Augenblick. Die Historie und das Offene gioca con sensazioni e percezioni, è costantemente alla ricerca di nuove forme di messa in scena, non ha paura di osare o di esagerare. Il giallo della fotografia sta quasi a suggerirci un pericolo imminente. E se il pericolo fosse rappresentato dall’uomo stesso?
In Revolution der Augen Friederike Pezold ha optato per il silenzio totale. Un silenzio necessario a riprendere contatto con noi stessi e a imparare a osservare ciò che ci circonda. Un silenzio che in modo deciso, rivoluzionario, si contrappone alla confusione, alla bulimia di immagini che viviamo ogni giorno. Alla Diagonale’22.
Toilette è la contemplazione nei gesti semplici del quotidiano, la riscoperta di nuovi ritmi, la valorizzazione di sé stessi e del corpo umano, il concreto che diviene astratto e viceversa. Le immagini in bianco e nero sono più vive che mai. Gesti e dettagli divengono cinema allo stato puro. Cinema e metacinema. Alla Diagonale’22.
In re-GEO / rendering reconstructions of desire, Michaela Schwentner ha colto appieno la quintessenza di Georgette Klein, ci ha dato l’opportunità di conoscere l’artista da un punto di vista estremamente intimo e personale e, attraverso la sua storia, ha affrontato un discorso estremamente attuale riguardante, appunto, la donna all’interno della società in cui viviamo. Alla Diagonale’22.
Beautifully mantained and well located non è soltanto una divertente dimostrazione di metacinema. Questo importante cortometraggio di Lukas Marxt e Jakub Vrba, in realtà, tratta un discorso ben più ampio con ironia e irriverenza, attraverso una messa in scena del tutto insolita e innovativa. Alla Diagonale’22.
In Flipper è il rumore freddo, assordante e disturbante delle biglie all’interno del gioco a fare da protagonista assoluto. La donna parla, ma le sue parole non sono udibili. L’uomo e la donna sono vicini, ma improvvisamente impossibilitati a muoversi, dal momento che sembrano legati in una sorta di camicia di forza. Entrambi fanno delle boccacce e tutto, per un momento, prende una piega volutamente grottesca.
Metanoia si ispira chiaramente a quanto realizzato nel resto del mondo, ma non cerca a tutti i costi un proprio marcato stile. La storia della protagonista e le immagini che vediamo sullo schermo assumono la forma, infatti, quasi di un flusso di coscienza. La giovane regista si lascia trasportare – con maturità e consapevolezza – dai pensieri e dalle percezioni del suo personaggio principale dando loro forma e colore.
Train again di Peter Tscherkassky non è semplicemente un omaggio alla storia del cinema e a uno dei più amati e versatili mezzi di locomozione che proprio al cinema hanno sempre avuto grande rilevanza. Train again è anche – e soprattutto – un omaggio alla storia del cinema d’avanguardia austriaco e a uno dei suoi più rilevanti rappresentanti. Alla Viennale 2021.
2020 ci mostra ciò che negli scorsi mesi non abbiamo potuto vedere. E lo fa in modo ironico, ma anche fortemente provocatorio. Friedl vom Gröller ci mostra un insolito 2020, un 2020 “proibito”, che in un contrastato bianco e nero assume quasi le connotazioni di un sogno. Alla Viennale 2021.
In Social Skills vediamo anche un’animata protesta. Una protesta viva e pulsante nei confronti di un mondo conformista, in cui le regole non tengono più in considerazione gli esseri umani stessi e il loro benessere. Un mondo in cui gli esseri umani spesso si muovono a mo’ di marionette. Non una, ma tante arti assumono di volta in volta molteplici significati e, tutte insieme, diventano una cosa sola: cinema. Alla Viennale 2021.