Durante la visione di Bozen mit dem Luftkurort Gries – uno dei più antichi documentari di viaggio prodotti in Austria – possiamo godere delle meravigliose panoramiche sulla città di Bolzano, fino ad arrivare alla cittadina di Gries, passando per le suggestive montagne della zona.
Malgrado la drammaticità di ciò che viene raccontato, malgrado gli evidenti segni di sofferenza sui volti e negli occhi dei protagonisti, il presente Mauthausen – Zwei Leben si distingue principalmente per un certo lirismo di fondo.
The Story of Technoviking si concentra sì sul mitico personaggio protagonista di un video diventato virale già da diversi anni, ma, al contempo, indaga a fondo sul fenomeno odierno dei social media, su quanto gli stessi influiscano sulle nostre vite e su come – spesso e volentieri anche inconsapevolmente – sia semplice, oggi, diventare “famosi”.
Un tono – questo di Lunz und seine Seen – particolarmente romantico e contemplativo, che – a differenza dell’approccio registico adottato nei numerosi altri documentari propagandistici realizzati in quegli anni – punta innanzitutto a conferire all’intero lavoro una propria, marcata personalità.
Da un raffinato lavoro su fotografie d’epoca Liebe war es nie di Maya Sarfaty trae la sua più brillante intuizione, creando, di volta in volta, ulteriori fotomontaggi, i quali, sempre più articolati e attentamente montati in 3D, ci conducono per mano nel mondo di Helena e Franz, per una storia d’amore e di sofferenza dove un consueto approccio documentaristico lascia il posto a una drammatizzazione che ben sa coniugare materiali del passato e tecniche del presente.
Un lavoro, il presente Wired for Music– Inside the Wiener Symphoniker, che trasuda passione, che si identifica fin dai primi minuti con i suoi protagonisti, che segue gli stessi in modo discreto e confidente e che, a tratti, pecca soltanto di qualche dialogo eccessivamente studiato a tavolino che finisce inevitabilmente per perdere di mordente.
Brücken über Brücken è un documentario vivo e pulsante, preziosa testimonianza e vibrante affresco di una città – quella di Vienna – quale centro nevralgico della Mitteleuropa dei giorni nostri, nonché – anche per la sua particolare collocazione geografica – da sempre crocevia di numerose storie e di numerose culture.
In Austria2Australia è un montaggio eccessivamente selettivo – unito a un commento musicale praticamente onnipresente che contribuisce a conferire al tutto un taglio prettamente televisivo – a far perdere all’intero lavoro gran parte della propria verve e del proprio carattere. Malgrado le numerose potenzialità.
Un documentario, il presente Der schönste Platz auf Erden, che, forte di un’estetica che punta principalmente all’essenziale e che di lunghi momenti di contemplazione fa il proprio marchio di fabbrica, punta il dito direttamente contro chi, privo di ogni qualsivoglia autonomia di pensiero, si lascia condurre per mano da chi la sa più lunga di lui, decidendo di tenere ora per una, ora per l’altra fazione, a seconda di ciò che potrebbe convenirgli. Proprio come farebbe un nutrito gruppo di oche starnazzanti di orwelliana memoria.
L’impegno civile di facciata viene messo costantemente di fianco a situazioni paradossali e, talvolta, anche un po’ grottesche, nel presente Vorwärts. E la regista, dal canto suo, punta proprio a questo, senza prendere apertamente parte per questo o per quel partito, ma tracciando un fedele affresco il più possibile universale del mondo della politica e delle snervanti campagne elettorali.