Con Die Vermieterin, Sebastian Brauneis ha dato vita anche questa volta a qualcosa di totalmente unico. A un’opera esilarante e commovente allo stesso tempo, in cui non manca anche – e soprattutto – un importante discorso sociale. Alla Diagonale’23.
Razzennest è una vera e propria esperienza visiva e uditiva. Un bizzarro, esilarante e adrenalinico viaggio tra passato e presente, o, meglio ancora, in un presente in cui il passato è sempre pronto a tornare più crudele e spietato che mai. Alla Diagonale’23.
In Hotel Rock’n’Roll non si sa mai cosa aspettarsi e di fianco a divertenti equivoci, a poliziotti maldestri, ad “amori impossibili” e ad autovelox pronti a scattare fotografie a tradimento, c’è sempre il tempo per una serata insieme a vecchi e nuovi amici, cantando e bevendo allegramente.
Tales of Franz si distingue immediatamente per una struttura narrativa estremamente semplice e lineare, priva quasi del tutto di sottotrame. E se, da un lato, la storia di Franz e dei suoi amici appassiona e diverte, dall’altro si sente il bisogno di qualche colpo di scena in più, così come di necessari approfondimenti per quanto riguarda alcuni personaggi secondari.
Silhouetten è un’opera particolarmente interessante e raffinata all’interno della filmografia di Reisch e per quanto riguarda anche il cinema austriaco degli anni Trenta. Per l’occasione, il regista si è avvalso della collaborazione di un’altra importante artista: la regista e animatrice tedesca Lotte Reiniger. Musiche coinvolgenti, eleganti costumi da ballo e il Teatro dell’Opera pieno di spettatori entusiasti hanno sul pubblico un effetto magnetico.
Proprio com’è stato in Love Machine, anche in Love Machine 2 una serie di gag vanno ad arricchire una sceneggiatura a volte un po’ troppo prevedibile, ma che, nel complesso riesce a regalare allo spettatore un’ora e mezza di risate. Il carisma di Georgy (e, ovviamente, del bravo Thomas Stipsits) è il vero fulcro attorno a cui ruota tutto il film.
Indubbiamente la storia messa in scena da E. W. Emo in The Fairy Doll non rappresenta nulla di particolarmente originale. Si potrebbe addirittura affermare che il lungometraggio ha oggi acquisito particolare importanza storica proprio per essere una delle pellicole a cui hanno preso parte da giovani i genitori di Romy Schneider. Eppure, nonostante tutto, dobbiamo riconoscere una certa grazie ed eleganza nella messa in scena della tenera storia d’amore tra i due giovani protagonisti.
A modern Eve rivela uno sguardo cinico, ma anche divertito nei confronti della vita coniugale. Nessuno è realmente innocente, ognuno, in questo piccolo film di Johann Schwarzer, ha i suoi piccoli, grandi segreti. Il regista, proprio come è stato per ogni altra sua opera, non si pone mai in modo giudicante, ma osserva i suoi protagonisti con affetto e benevolenza e vuole soprattutto regalare al pubblico pochi minuti di spensieratezza.
Non è un film con molte pretese, Aiuto, ho ristretto Mamma e Papà!. Nemmeno per quanto riguarda i vari risvolti di sceneggiatura. La storia si svolge in modo spesso prevedibile, seppur con buoni ritmi, e il giovane pubblico sembra essere contento così.
Non c’è bisogno, in …a car… di particolari effetti speciali o virtuosismi registici. Carola Dertnig ha optato per un approccio semplice ed essenziale, il quale si è rivelato la soluzione vincente al fine di dar vita a un cortometraggio fortemente ironico e autoironico.