Con Die Vermieterin, Sebastian Brauneis ha dato vita anche questa volta a qualcosa di totalmente unico. A un’opera esilarante e commovente allo stesso tempo, in cui non manca anche – e soprattutto – un importante discorso sociale. Alla Diagonale’23.
Decadentismo e modernità trovano in Corsage un ottimo connubio. I costumi e gli eleganti ambienti di Schönbrunn fanno da contrappunto alle musiche pop. Al contempo, Marie Kreutzer ha optato per una messa in scena classica, in modo da far sì che lo spettatore possa concentrarsi esclusivamente sulla sua magnetica protagonista, magistralmente impersonata da Vicky Krieps. Al Festival di Cannes 2022.
Non ha paura Kurdwin Ayub di osare e di sperimentare nuovi linguaggi cinematografici. Questo, d’altronde, è ciò che ha sempre fatto anche nelle sue precedenti opere. In Sonne, dunque, la regista si sente finalmente libera anche di sviluppare e approfondire tematiche a lei vicine secondo la prospettiva di adolescenti che vivono in una grande capitale europea, ma le cui origini sono sparse in tutto il mondo. Cosa significa, dunque, il concetto di patria?
In autunno cadono le cose troppo mature. E allo stesso modo, sembra non esserci certezza alcuna per le relazioni che si sono instaurate tra i protagonisti di 1 Verabredung im Herbst. Eppure, al contempo, Sebastian Brauneis mette in scena la complessità dei sentimenti e delle relazioni interpersonali con una leggerezza fuori dal comune.
Una fotografia dai colori pastello e una caratterizzazione dei personaggi e dei loro gesti quasi naïf stanno immediatamente a conferire al presente Fische un tono leggero, delicato, quasi spensierato, come se ci si trovasse in una sorta di dimensione sospesa nel tempo. E ciò fa da perfetto contrappunto alle prime battute del dialogo tra i due giovani protagonisti. Il tutto per un conflitto che può essere superato soltanto nel momento in cui si ritrova una necessaria leggerezza.
3freunde2feinde vuole raccontare in particolare la rivolta operaia e la “presa di potere” da parte di tre amici di lunga data. Al fine, dunque, di restare coerente con ciò che ha messo in scena, Sebastian Brauneis ha deciso di realizzare questo suo lavoro con un budget limitatissimo (poco meno di 2500 euro). Eppure, di passione ce n’è davvero tanta. E la cosa è alquanto tangibile.
Perfettamente in linea con la poetica di Veronika Franz e Severin Fiala, The Sinful Women of Höllfall gioca prevalentemente con sensazioni, timori e suggestioni vissute dai personaggi stessi. A essere messa in scena è, di fatto, la paura stessa del Trud e il profondo senso di colpa che una simile leggenda è riuscita a creare in passato.