In Speak Easy ognuno parla al telefono con qualcuno. Eppure si potrebbe addirittura affermare che si tratta di un film sull’incomunicabilità. Ogni adolescente ha un proprio linguaggio spesso incomprensibile per gli adulti e, al contempo, ogni conversazione viene “filtrata” attraverso il telefono.
In Knittelfeld – A Town without a History troviamo una buona combinazione tra realtà e finzione che si rivela emblematica per quanto riguarda i molti crimini che ogni giorno vengono commessi in realtà dove sembrano regnare l’ordine e la tranquillità. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
In Somewhere else vediamo una serie di differenti approcci alla vita, al presente e al futuro. Ciò che Barbara Albert ha voluto in prima linea comunicarci è innanzitutto un seppur debole e incerto messaggio di speranza, oltre a un forte, fortissimo desiderio di ricominciare. Alla Viennale 2022, sezione Österreich real.
In The Bosom Friend Ulrich Seidl ci ha ancora una volta regalato un personaggio di cui non ci dimenticheremo facilmente. Un personaggio che sembra quasi appartenere a un mondo a sé e che – proprio secondo alcune affermazioni del regista stesso – dopo aver rinunciato a ogni forma di guadagno o di relazioni sociali, potrebbe anche aver trovato a suo modo la libertà.
The Unfish è un lungometraggio decisamente originale per quanto riguarda la filmografia austriaca. Il regista Robert Dornhelm, dal canto suo, si è chiaramente interessato a ciò che veniva realizzato al di fuori dei confini nazionali, mostrando particolare curiosità nei confronti dei fantasy anni Ottanta.
Pur presentando non poche problematiche, Single Bells – diretto da Xaver Schwarzenberger nel 1997, nonché frutto di una coproduzione tra Austria e Germania – evita sapientemente ogni retorica e ogni facile buonismo in cui situazioni del genere possono facilmente scadere. E lo fa anche senza avere paura di “giocare sporco”.